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    Atalanta, Papu Gomez: 'Mi ha chiamato la Roma. Ero dell'Inter, con Simeone...'

    Atalanta, Papu Gomez: 'Mi ha chiamato la Roma. Ero dell'Inter, con Simeone...'

    L'attaccante argentino dell'Atalanta, Papu Gomez ha dichiarato in un'intervista al Corriere dello Sport: "In passato se l’Atalanta avesse fatto 0 punti in tre partite consecutive contro Napoli, Fiorentina e Inter poteva essere considerata una cosa quasi normale, mentre adesso siamo arrivati a giocarcela quasi alla pari con le grandi. Un'altra impresa domenica a San Siro? Perché no? Noi in questo momento siamo in grado di battere quasi tutte le squadre di Serie A e vogliamo lottare con Milan, Inter e Lazio per entrare in Europa. Quello di domenica sarà uno scontro diretto, ma non un match decisivo perché mancano ancora troppe giornate alla fine".

    INTER - "Sono passati 5 anni dal mio ultimo gol all'Inter? Tanto tempo... Speriamo di riuscire a spezzare questo tabù anche se per me conta solo far risultato. Arrivare a 10 gol era l’obiettivo che mi ero posto tempo fa e la squadra mi ha aiutato tanto. Ho già battuto il mio record personale, ma non vogliamo fermarmi proprio adesso, a… un passo dal traguardo. Era tutto fatto per il mio passaggio all'Inter. Stramaccioni (nella primavera 2013, ndr) mi voleva e c’era l’accordo su tutto, ma fu mandato via e... puff". 

    ROMA - "Confermo che a gennaio da Roma mi hanno chiamato, ma non era facile andar via a metà campionato da Bergamo: avrei lasciato qualcosa a metà e non mi piaceva come idea. So quello che mi ha dato l’Atalanta e ho chiarito subito che, se la Roma mi voleva, doveva comprarmi. Avrei sostituito Salah che era in Coppa d’Africa e gli altri infortunati, ma dove sono, sto bene". 

    GRANDE SQUADRA - "Spero di avere un’opportunità prima o poi. Penso di aver fatto una bellissima carriera perché in tutte le squadre nelle quali ho giocato credo di aver lasciato il segno. Spero di riuscirci anche qui all’Atalanta, ma ho 29 anni e ho sempre ambito a misurarmi con l’Europa League o con la Champions League. Non è una questione economica, ma di obiettivi personali".

    GASPERINI - "Tantissimo merito è suo perché fin dal primo giorno di ritiro lui ha messo nella mia testa e in quella degli altri la sua idea di calcio. Abbiamo faticato a capire certi meccanismi, ma quando abbiamo preso fiducia, i risultati sono arrivati. Non fa sentire nessuno titolare e così si spiega il fatto che lancia di continuo i giovani: con lui la domenica gioca chi dà il meglio in settimana e in settimana nessuno può rilassarsi. Ha fatto male all'Inter? Per me la società non ha avuto la pazienza di aspettarlo. Nelle grandi è normale che se non ci sono i risultati, possa arrivare un cambio in panchina e lui non è stato neppure favorito dal fatto di essere arrivato in un gruppo di campioni che pochi mesi prima aveva festeggiato il triplete. Cambiare la mentalità di quello spogliatoio era complicato". 

    GAGLIARDINI - "Ha personalità e nessuna paura di provare la giocata. Non si è fatto condizionare dal peso della maglia e ha continuato a fare… il Gagliardini. Un briciolo di timore poteva esserci, ma conosco Roberto: è umile, semplice e sapeva che, a dispetto della valutazione, all’Inter non lo avrebbero aspettato. Doveva dimostrare subito il suo valore e ci è riuscito. Adesso forse si prende più cura dell’immagine e dei capelli. Adesso gioca in una squadra… più internazionale. I numeri dimostrano che senza di lui abbiamo continuato a vincere e in classifica siamo rimasti in alto. Merito di Freuler, Grassi, Cristante e degli altri che lo hanno sostituito. Ci scambieremo la maglia a fine partita? Magari sì. All’andata ho preso quella di Banega con il quale siamo stati compagni nella nazionale Under 20 che ha vinto il Mondiale in Canada. Con noi due c’erano anche Aguero, Zarate, Di Maria, Moralez, Fazio e Romero. Non avevamo una brutta squadra…". 

    BANEGA E ICARDI - "Banega in difficoltà? La Serie A non è facile e non si può paragonare alla Liga spagnola. Qui c’è bisogno di tempo per capire gli avversari e tante altre cose. Lui però è veramente un fenomeno e può fare la differenza sempre. All'Inter toglierei Icardi perché mi piace molto e in area di rigore è fortissimo. Ha i movimenti tipici dei grandi attaccanti e, anche se non riesce ancora ad essere sempre nel vivo del gioco, davanti alla porta non perdona". 

    SIMEONE - "Nella vita non si sa quello che può succedere. Il Cholo mi ha allenato al San Lorenzo e al Catania e io ho ancora 4-5 anni ad alto livello". 

    EUROPA - "Arrivare terzi è difficile perché Juventus, Roma e Napoli sono un gradino sopra le altre. La classifica comunque dice che siamo vicini e se il Napoli sbagliasse un paio di partite... Per noi l'Europa Leaguie sarebbe come vincere lo scudetto". 
     

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