Sono trascorsi esattamente 14 mesi dalla tragica scomparsa di Sinisa Mihajlovic, spentosi dopo una lunga lotta contro la leucemia a pochi mesi dal suo addio alla panchina del Bologna. Una delle realtà più belle di questo campionato, che domenica affronta la Lazio nella sfida che per legami sentimentali rappresentava una sorta di derby per il tecnico serbo e lo è tuttora per l’intera famiglia Mihajlovic. Come la moglie Arianna, che ha concesso un’interessante intervista a Il Messaggero: “È la partita di Sinisa, tornerò allo stadio e mi riavvicinerò al calcio da cui mi ero allontanata. Ci tengono anche i miei maschietti che sono tifosi sfegatati della squadra biancoceleste”.
GESTO STRAORDINARIO - Il Bologna è stata l’ultima squadra allenata prima della sua morte ed il legame è rimasto fortissimo tra le parti, anche dopo l’esonero deciso dal club emiliano il 6 settembre 2022: “Sinisa non se lo aspettava e ci è rimasto molto male. Lo aveva anche detto che non si sarebbe mai dimesso e voleva continuare perché la sua voglia di lottare era unica. Il Bologna ha scelto un’altra strada e non posso giudicare. Ha onorato lo stipendio di mio marito fino alla scadenza del contratto. Un gesto straordinario che in un momento di sbandamento mi ha dato delle sicurezze”.
SPECIALI - Arianna Mihajlovic conclude la sua testimonianza illustrando il rapporto che è rimasto tra lei e il Bologna dopo la morte di Sinisa: “Il presidente Saputo, Bergamini, Fenucci, Marchetti e Di Vaio. Nessuno mi ha dimenticato. Anche con Sabatini c’era un rapporto pazzesco. È una società speciale e una città speciale. Ci era entrata nel cuore ancora prima della malattia e durante il percorso di sofferenza è diventato un amore viscerale: le settimane in ospedale, la sofferenza al campo di allenamento. Tutto condiviso con gente meravigliosa”.