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  • Approccio, reazione e numeri: Thiago Motta ha ottenuto la Juventus che aveva chiesto

    Approccio, reazione e numeri: Thiago Motta ha ottenuto la Juventus che aveva chiesto

    • Cristiano Corbo, inviato a Torino
    Ventisette tiri. Ventisette. Di cui nove in porta, ben diciotto in area di rigore. Li scriviamo a lettere per segnalare la profondità di questi numeri: le cifre, ecco, a volte non bastano. Queste però servono, a spiegare soprattutto il desiderio iniziale e finale di Thiago Motta: era la Juventus che voleva il tecnico italobrasiliano, era la Juve che aveva in mente dall'inizio della crisi, quando ha iniziato il countdown per rialzare la testa. Dopo tanto provarci, ci è riuscito. 

    I NUMERI PIU' IMPORTANTI - Expected goals quota 1,99, facciamo pure 2. Dicevamo dei tiri: mai come in Juve-Verona, i bianconeri hanno provato a sbloccare la partita, in ogni modo, con ogni forma. Montipò, prima dell'infortunio su Koopmeiners, era stato semplicemente perfetto, il nemico ideale per una squadra da allenare sulla tenuta mentale. Beh, missione compiuta. Cioè: esame superato. I ragazzi di Motta non hanno mollato, anzi: hanno provato e riprovato, costruendo e ricostruendo. Il gol di Suslov avrebbe potuto ammazzare lo spirito organizzativo e invece l'intervallo è arrivato giusto in tempo. Paura scampata, si è ripartiti. 

    DA MIGLIORARE - Altro elemento emblematico: 76% di possesso palla è una roba oggettivamente importante. Per quanto il desiderio dei bianconeri sia quello di tenere costantemente il pallone, raramente la Juve aveva avuto questo tipo di dominio, questa personalità anche nella gestione della sfera. Anche così si spiega la produzione più efficace, anche così cambia è aumentata la fiducia nelle giocate. Costanti, per una volta. E non figlie del caos, mai. Tutt'altro: la Juventus si è ben vista dall'immischiarsi nei duelli, lasciando almeno quel dato all'Hellas. La formazione di Thiago ne ha vinto il 47%, meno della metà. In una partita dominata, fa comunque un suo effetto. 

    ATTITUDINE - Va da sé: ci sono aspetti da migliorare, e probabilmente ce ne sono molti di più rispetto a quanto mostrato nell'ultima gara di campionato. Però, nella settimana in cui andava riscritto il destino e mostrato quanto la squadra fosse dentro le idee di Motta, Thiago ha avuto la risposta che voleva. Del resto, aveva insistito su un concetto per nulla banale, quello che pure gli aveva fatto più male: con l'Empoli, la squadra aveva sbagliato l'approccio, apparentemente faticava a reggere il peso mentale di una partita che pensava di portare a casa con il minimo sforzo. Ha capito che no, non è possibile. Che non si vince perché ci si chiama Juve. Che serve costantemente alzare il livello, soprattutto in assenza di esperienza.

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    Sti editorialisti del giorno dopo, fai il cronista, sei piu portato, cambi visione a secondo che...

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