È un coro polifonico ma è (quasi) come fosse un assolo. Di Giancarlo Antognoni, magari. Dopo le polemiche di questi giorni, gli ex compagni del numero10 viola per antonomasia non hanno dubbi. Si auguranoche qualcuno faccia un passo indietro, la faccenda si ricomponga e l’ingresso in Fiorentina dell’uomo che ad oggi ancora più la rappresenta nel mondo, diventi realtà. Senza, e questo ci tengono tutti a sottolinearlo, che in mezzo a questa antipatica vicenda ci vada il nuovo dirigente Vincenzo Guerini «perché lui non c’entra niente ed è il benvenuto a Firenze». «Non a caso - attacca Moreno Roggi, in viola dal 1972 al 1975 - mi auguro che tutto ritorni come prima tra il “Guerra” e Giancarlo perché non si possono gettare alle ortiche 30 anni di amicizia per un equivoco». «Poi -aggiunge - spero che Della Valle faccia la mossa più ovvia per Firenze, soprattutto alla luce del Patto presentato la scorsa settimana: per entrare nel tessuto cittadino, quale miglior modo dare un ruolo rappresentativo ad Antognoni?» «Anche perché - conclude Roggi - per noi ex viola, Antonio resta il Capitano e saremmo tutti contenti di un suo ritorno».
Fin troppo facile consegnare le tesere di questo partito: per Roberto Galbiati, che ha vestito la maglia della Fiorentina dal 1978 al 1982, ad esempio, «Antognoni è una vera e propria Bandiera». «L’ho sentito dire spesso - attacca - anche a Corvino e allora mi chiedo perché lasciarla ammainata. Se deve essere solo un simbolo, non serve a nessuno: non vorrei che fosse una figura troppo ingombrante per la Fiorentina. Guerini non ha colpe, ma credo che sarebbe stato perfetto proprio per il ruolo che gli hanno assegnato».
Un punto sul quale non è troppo concorde AlessioTendi (a Firenze da ragazzo nel 1971-72 e ininterrotamente dal ’75 al ’81) in quanto ritiene che il suo ex compagno dovrebbe diventare l’uomo immagine della Fiorentina («lo conoscono in tutte le parti del mondo») ma anche qualcosa in più. «Giancarlo - spiega il difensore passato alla storia del club gigliato per un gol dalla distanza alla Juve - è stato un autentico pilastro della Fiorentina: ora dovrebbe stare accanto alla squadra come fa Gigi Riva in Nazionale (l’ex cagliaritano ha un contratto da team manager fino al 2014, ndr)».
«Inoltre - rincara la dose Giovanni Galli - l’approdo in Fiorentina di Antognoni avrebbe riacceso l’entusiasmo della piazza». L’uomo che difese la porta viola per quasi un decennio (1977-1986) è però il più pessimista sulla possibilità che la frattura tra il Capitano e la società si possa ricomporre. «A giudicare da ciò che ha detto nei giorni scorsi, conoscendolo non sarà semplice che faccia marcia indietro. Peccato perché fermo restando che anche Guerini è un amico, di sicuro Giancarlo avrebbe le capacità per lavorare al meglio».
E mentre Antonio Di Gennaro- a Firenze come giocatore dal 1976 al 1980 - sottolinea che Antognoni sta comunque lavorando bene ed è stimato anche nell’ambiente azzurro (è il supervisore delle Nazionali Under 16, 17 e 18) ma che «se dovesse esserci un nuovo approccio tra Giancarlo e la Fiorentina sarei felice come per altro lo sono per Guerini», l’unica voce fuori dal coro è quella di Celeste Pin. «Per me- la butta là il difensore che collezionò 200 presenze in viola dal ’82 al ’91 - in questo momento servirebbe una pausa di riflessione. Bisogna tornare alla normalità perché tutti sono andati un po’ fuori dalle righe. Restituiamo i giusti valori al modo del calcio, altrimenti c’è il rischio che si divida anche Fiorentina, entità storicamente unica, tra guelfi e ghibellini».