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    Ancelotti: 'Milan, il mio erede è Inzaghi'

    Ancelotti: 'Milan, il mio erede è Inzaghi'

    "Non mi aspettavo di vedere un Milan così in difficoltà, mi dispiace". Carlo Ancelotti, ospite di Pierluigi Pardo a "Undici", su Italia 2, parla del momento difficile dei rossoneri e manda un chiaro messaggio alla sua ex squadra: "Sento sempre Adriano Galliani. Del resto la squadra ha perso i top player e i cosiddetti senatori, così è difficile fare miracoli. In ogni caso bisogna eliminare l'alibi delle tante partenze che, piuttosto, devono essere uno stimolo. Sicuramente non c'è la qualità dell'anno scorso, ma nemmeno si può pensare che il Milan perda tre partite su quattro in campionato".

    "Il mio erede? Pippo Inzaghi. Ci sentiamo spesso al telefono, è molto motivato. L'importante è che lui sia riuscito a fare quello stacco mentale da calciatore ad allenatore, il resto lo fa l'esperienza, e lui ne ha da vendere".

    L’allenatore del Psg, a proposito della possibilità delle italiane di andare avanti in Champions League, dichiara: “La Juventus vista contro il Chelsea mi ha impressionato: se l’è giocata alla pari e forse con qualche idea in più. Ma attenzione al Milan: in Europa gode ancora del rispetto di tutti, anche se penso che la Champions la vincerà il Barcellona.”

    Carlo Ancelotti continua parlando del momento negativo del Milan: “Si può mettere in preventivo una stagione con delle difficoltà, quando cambi tanto, ma non mi aspettavo un Milan così. È venuto a mancare lo zoccolo duro della squadra e ora è importante che i nuovi giocatori riportino l’atmosfera che in casa rossonera c’è sempre stata. Anzi, a volte, perdere dei giocatori importanti può servire da stimolo per trovare nuove idee di gioco. Ci vogliono solidità e fiducia: non si può andare allo sbaraglio quando le cose non vanno bene, bisogna stare uniti e aspettare che passi la tempesta.”

    L’allenatore del Paris Saint Germain analizza anche i suoi primi mesi da allenatore in Francia: “Il club ha molte possibilità e uguali ambizioni: tutti parlano dei soldi, ma se non mi avesse convinto il progetto, avrei potuto rimanere a Londra a fare niente, comunque pagato. Lavezzi è il primo della lista che volevamo: non credo abbia nostalgia di Napoli, semplicemente è rimasto in buoni rapporti con i suoi ex compagni, come è normale che sia. Verratti assomiglia a Pirlo, ma ha le sue caratteristiche: è già maturo, ma mantiene l’incoscienza di un ventenne.”

    A proposito di un eventuale ritorno in Italia, Ancelotti dichiara: “Un giorno mi piacerebbe, ma non adesso. Parigi è bella, quasi quanto Roma: un giorno, magari, potrei allenare i giallorossi. Per ora penso che Zeman possa fare bene.”

    Ancelotti prosegue parlando di alcuni suoi ex giocatori: “Ci sono tanti miei ex giocatori del Milan che potrebbero allenare: Pirlo ha la testa per farlo e seguo con curiosità Inzaghi, ma non bastano vent’anni di carriera da giocatore per allenare bene.”

    Infine, Carlo Ancelotti si è divertito a comporre il suo “11” ideale: “E’ difficile con tutti i calciatori che ho allenato – dichiara – quindi non li ho scelti e ho optato per giocatori dell’Inter, che tifavo da piccolo, e avversari che ho sempre ammirato. Zoff in porta; difesa con Burgnich, Beckenbauer, Scirea e Breitner; a centrocampo Cruijff, Bertini e Suarez; Mazzola e Platini dietro all’unica punta Boninsegna. Di Ancelotti ci ho messo il modulo, il 4-3-2-1 ad albero di Natale.”

     

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