Allegri: 'Milan, psicosi infortuni. Ancelotti fortunato con Inzaghi'
Allegri sembra a rischio: circolano i nomi di Inzaghi e Van Basten.
Salta il chiarimento tra l'allenatore e Galliani: "Non potremo più comprare i campioni".
Superpippo: "I consigli li chiedo ad Ancelotti".
(QS)
Niente cene, ma dialogano. E si rivedranno.
Galliani e Allegri: doppio vertice in gran segreto.
Venerdì summit in sede, sabato pure a Forte dei Marmi.
(Gazzetta dello Sport)
"Certe statistiche senza senso: solo 3 ko muscolari".
Allegri: "Milan e infortuni, gioco al massacro. Temo una psicosi tra i ragazzi".
Massimiliano Allegri, quanti sono i giocatori del Milan che si sono fatti male per colpa sua?
«Non ha senso fare statistiche adesso. Sembra che al Milan ogni giorno muoia qualcuno».
Numeri alla mano: cinque infortuni pronti via.
«Ci sarebbe da preoccuparsi se fossero tutti guai muscolari. Invece io ne conto due e mezzo perché Pato e Robinho hanno avuto due stiramenti importanti ma lo stop di Montolivo è di poco conto. Dopo la sosta Riccardo sarà a disposizione, i brasiliani invece si rivedranno il 23».
E degli altri cosa ci dice?
«Muntari si è bloccato in vacanza, Didac Vilà non si è mai allenato con noi, Strasser si è fatto male al malleolo tibiale e Abate ha avuto una distorsione. Per non incappare in infortuni traumatici c’è un solo rimedio: giocare a dama».
La stagione scorsa si è chiusa con 71 infortuni. Negli ultimi due mesi c’è stata un’epidemia.
«Il problema è stato alla fine e lì ho sbagliato non c’è dubbio. Più rischi, più ti fai male ma il gioco valeva la candela: ci giocavamo lo scudetto. Se avessimo vinto nessuno si sarebbe permesso di screditare il nostro lavoro, siamo arrivati secondi e allora distruggiamo i giocatori».
Proprio loro, come stanno reagendo?
«Spero che tra i ragazzi non si crei una psicosi. Il rischio c’è, si parla soltanto di noi».
Adriano Galliani è seccato.
«Quando uno si scotta ha più paura. Ma Galliani ha ragione quando dice che dobbiamo analizzare la situazione . Bisogna essere vigili però sereni. L’equilibrio e la calma ti consentono di vedere bene le cose, sennò ti fai offuscare».
Contro il Real Madrid è stato accusato da Galliani di aver fatto troppi cambi. Era offuscato?
«Premessa: il mio rapporto con Galliani non è mai stato in discussione. Detto questo resto convinto che era giusto fare quei cambi. Ho dei giocatori che hanno poca esperienza e ho il dovere di farli crescere. Nel primo tempo stavamo uno a uno poi sono arrivati quattro gol su contropiede, tra l’altro fotocopia di quelli incassati al Berlusconi con la Juventus. Per migliorare bisogna passare da qualche batosta».
Lo stesso discorso vale per il campionato e la Champions?
«Nel periodo che ci servirà per migliorare dobbiamo essere bravi a fare anche risultato».
Passa per essere un tagliatore di teste.
«Serviva un cambio generazionale, sarò antipatico ma così va la vita. Ancelotti è stato fortunato ad allenare gente come Gattuso, Inzaghi, Nesta e Seedorf nel fior fiore della loro carriera. Anch’io avrei voluto averli a disposizione con sette anni in meno. Serve coraggio per prendere decisioni dolorose e il Milan lo ha avuto. Parlare di questi campioni continuamente è sbagliato, è una mancanza di rispetto nei confronti di chi è rimasto».
È vero che soffre i giocatori di grande personalità?
«Per due anni ho allenato gente che ha portato a casa coppe di ogni tipo. Si vince con i giocatori bravi, il resto sono fandonie. Non ho mai visto un allenatore far gol dalla panchina. Non si può andare d’accordo con tutti però quando scelgo gli undici penso solo a chi può farmi vincere».
Parla poco con chi va in panchina.
«I ragazzi lo sanno: non sono il tipo che giustifica le sue scelte perché sarebbero solo prese in giro. Durante la settimana è un altro discorso. La cosa più importante è il rispetto e c’è sempre stato, con me tra l’altro hanno sempre giocato tutti».
Cassano non è stato tenero con lei. Perché non ha voluto replicare né a lui né ad altri?
«Perché non ha senso, perché non serve parlare dopo, perché ci vuole rispetto e non tutto è dovuto. Spero di restare al Milan per tanto tempo ma se succederà qualcosa di diverso dirò ugualmente grazie. Sarò sempre grato a Berlusconi e a Galliani per questa esperienza».
Nessun senatore le ha detto pubblicamente grazie.
«Forse risulto antipatico perché sono una persona diretta, magari avrei dovuto prenderli in giro…».
Ha mai provato a convincere Nesta a restare?
«Abbiamo parlato anche il giorno in cui ha annunciato il suo addio. Niente da fare, era irremovibile».
Perché il Milan sceglie De Jong e si lascia scappare Verratti?
«Perché il cartellino di Verratti costava molto e quando ha scelto Parigi noi avevamo ancora Ibra e Thiago Silva. Però su questo argomento voglio dire una cosa».
Prego.
«Fino a poco tempo fa andava di moda dire che i nostri giovani sono scarsi. Adesso giocano ovunque. Per la crisi? Macchè, perché sono bravi».
Qual è la frase di Berlusconi che non scorderà mai? «Mi colpisce il suo modo di porsi. Non è mai banale».
Come ci si rapporta ad un dirigente donna?
«Se si riferisce a Barbara Berlusconi, direi molto bene. Quando può viene a trovarmi a pranzo, ha voglia di conoscere e porta entusiasmo».
C’è qualcosa che invidia a Conte?
«Direi di no, anche se ha fatto un ottimo lavoro, cambiando pure sistema di gioco».
Che impatto avrà la Champions sul campionato della Juventus?
«Possono anche perderle tutte ma se noi non facciamo risultato è tutto inutile. Meglio guardare solo in casa nostra».
San Siro è diventato un tabù. Colpa del sintetico?
«È un fatto casuale. Quando l’Inter ha pareggiato due a due con il Vaslui ho tirato un sospiro di sollievo!».
Calciomercato a parte, sente la crisi economica?
«Purtroppo sì, ho tanti amici che sono dipendenti e sono preoccupati perché rischiano il posto di lavoro».
Che idea si è fatto della situazione dell’Italia?
«Dobbiamo trovare una via d’uscita per forza. Non ci manca niente, il nostro paese ha storia, cultura e un paesaggio unico».
Dopo il Milan dove si immagina? «Non sono eterno come il Trap, voglio godermi la vita. Prima però mi piacerebbe fare un’esperienza con la Nazionale».