Amrabat oltre Juric e Italiano, 'liberato' da Regragui: ecco a chi serve e perché a Firenze non rende
REGRAGUI COME JURIC? - Non vi inganni il sistema di gioco con cui il Marocco ha iniziato la semifinale. Questo 3-4-3, tra parentesi l’errore capitale di Regragui, aveva tutta un’altra interpretazione rispetto al 3-4-3/3-4-2-1 che schierava Juric nel Verona, quando Amrabat era ancora uno dei suoi due interni.
Forse l’errore del ct marocchino è stato proprio quello di interpretare questo sistema con gli stessi principi difensivi che funzionavano nel 4-3-3 visto fino ai quarti. Ha cambiato stampo, e quando ci ha versato dentro lo stesso contenuto si è accorto che mancava un po’ di pasta. Nel Verona di allora, come nel Torino di oggi, il riferimento all’uomo in fase difensiva è religione. Ma Regragui non appartiene alla stessa setta, di conseguenza ha utilizzato il 3-4-3 per difendere basso e di sistema. E guardate sopra, al di là dell’errore di El Yamiq su Griezmann, il corridoio che si apre tra Boufal e Amrabat, proprio nel punto dove la mezzala del Marocco non c’è più, a causa del cambio di modulo.
REGRAGUI COME ITALIANO? - Allora questo Amrabat del Mondiale è più vicino a quello di Italiano? Italiano fa giocare la Fiorentina col 4-3-3, non è vero? Sì, ma anche in questo caso con un’interpretazione diversa, se vogliamo paradossalmente più simile a quella di Juric, cioè tutta improntata sui duelli e sull’aggressione ‘a uomo’. Ecco un esempio a caso tratto dal ritiro viola di quest’anno.
Vedete Amrabat che segue un centrocampista avversario andando oltre la mezzala sinistra Maleh. Sono tutti appaiati, il gioco delle coppie si può fare in un attimo.
QUINDI? - Nel 4-3-3 del Marocco Amrabat è stato così performante perché è andato contro la sua formazione italiana. È stato così appariscente perché era libero di andare oltre il singolo duello. Era libero di strafare durante la fase difensiva. Dunque di valorizzare appieno il suo motore, operando raddoppi costanti.
Ovunque si girasse, aveva il compito e l’opportunità di andare a stringere morse attorno all’avversario di turno, coadiuvato dai compagni. Spesso lo abbiamo visto sorprendere giocatori di spalle in fascia, arrivando di soppiatto.
Oppure nei mezzi spazi, qui sopra ad esempio contro la Spagna (partita in cui era ancora più ‘libero’ in quanto la Spagna non gioca col trequartista, bensì anch’essa col 4-3-3). E questo valeva anche quando c’era da proteggere la porta in stile De Rossi. Un De Rossi al quadrato, se permettete l’iperbole.
DISPOSITIVO TIPICO - Senza contare l’azione difensiva tipica che Amrabat doveva eseguire a più riprese nell’arco di una gara. Quando ad Hakimi superato, o comunque rimasto sopra-palla, a Sofyan toccava correre verso la fascia per tamponare il buco. Quanti recuperi di palla gli abbiamo visto fare così durante questo Mondiale!
E tutto questo era possibile perché non aveva il vincolo della marcatura a uomo, o in qualsiasi modo vogliate chiamare quella strana ossessione e moda dei duelli tipici di Juric e Italiano. La falciata clamorosa a Mbappé in semifinale nasce proprio da una situazione analoga. E alla fine, anche se arrancando, non l’ha mollato, gli è corso dietro per più di 50 metri, pur essendo più lento.
E CON LA PALLA? L’IMPORTANZA DI OUNAHI- Con la palla Amrabat fa il suo, ma non è un portento. Le volte che ci siamo esaltati a vederlo uscire da dietro in conduzione, era perché magari aveva appena fermato un giocatore e di slancio poi veniva fuori a testa alta con gli spazi aperti davanti a sé. E poi di fianco a lui c’era un signor ‘attrattore’ come Ounahi. Non a caso Luis Enrique ha parlato del numero 8, Macron di Amrabat. Azzedine serviva ad attrarre e sciogliere nello stretto i grumi di pressione.
Questo apriva campo al compagno di reparto Amrabat, che poi coi suoi strappi poteva spingere la transizione per vie centrali.
Ed eccoci ai filtranti insoliti di Amrabat in Qatar.
A campo aperto basta quasi buttarla di là dalla difesa alta avversaria, non serve la raffinatezza richiesta in zona di rifinitura. Domanda: la Fiorentina di Italiano attacca così? Tendenzialmente no, chiude gli avversari nella loro metà campo. Ecco perché la regia di Amrabat a Firenze risulta più ‘scolastica’. Non ho detto cattiva. Scolastica.