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    Amnesty International attacca la Fifa: 'Guadagna milioni e ignora il sacrificio dei lavoratori, negati i risarcimenti'

    Amnesty International attacca la Fifa: 'Guadagna milioni e ignora il sacrificio dei lavoratori, negati i risarcimenti'

    "La FIFA guadagna milioni e continua a ignorare il sacrificio dei lavoratori". E' questo l'ultimo duro attacco arrivato alla federazione calcistica mondiale, questa volta da parte di Amnesty International. Da mesi vengono richiesti risarcimenti per i lavoratori sfruttat o deceduti nei Mondiali che si stanno chiudendo in Qatar e che, come ha spiegato il presidente Gianni Infantino, ha già fruttato alla FIFA 7,5 miliardi di dollari, uno in più del previsto. Ha aggiunto che la Fifa guadagnerà oltre 11 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni e ha detto che il calcio è divertimento: “90 minuti per non pensare ai problemi”.

    "Eppure non ha offerto nulla di nuovo a tanti lavoratori e alle loro famiglie che continuano a vedersi negare il risarcimento per salari rubati e vite perse". A lanciare l'accusa è Stephen Cockburn, capo della giustizia economica e sociale di Amnesty International. Cockburn prosegue: "I lavoratori migranti dietro questa Coppa del Mondo hanno contribuito enormemente all'incredibile ricchezza della Fifa, e la Fifa ha la chiara responsabilità di risarcirli per le loro perdite. Piuttosto che continuare a ignorare le richieste di giustizia dei lavoratori. Il nuovo Legacy Fund proposto dall'organizzazione deve garantire un risarcimento a tutti coloro che hanno reso possibile questo torneo, così come alle famiglie di coloro che hanno perso i propri cari a causa di ciò".

    Parole che fanno seguito a quelle che ieri Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, aveva rilasciato alle agenzie di stampa: "Infantino ha finito i Mondiali così come li aveva cominciati, con dichiarazioni che sembrano fuori dalla realtà, parole che non tengono conto del fatto che in questi 12 anni i Mondiali sono stati realizzati attraverso il lavoro, il sudore e la morte di migliaia di lavoratori migranti. Infantino prosegue questa narrazione che minimizza l’importanza dei diritti umani in un contesto come quello del Qatar. Per fortuna da questi Mondiali credo che arrivi una lezione chiara: i tifosi, le persone non sono più disposti a gioire, a divertirsi e esaltarsi per 90 minuti quando nei 12 anni che hanno preceduto quei 90 minuti ci sono stati così tanti morti".

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