AMARCORD: Raducioiu, il cocco di Lucescu e...della Gialappa's
'Raaaduuuciooooiuuuuuu'. Chi può dimenticare l'urlo della Gialappa's quando la palla finiva tra i piedi del romeno che troppo spesso sotto porta sparava il pallone ad altezze siderali? Eppure il tanto bistrattato Florin può vantare il primato di aver giocato nei cinque maggiori campionati europei: italiano, spagnolo, inglese, tedesco e francese. Una carriera di alti e bassi ma una onestà fuori dal comune e che poco appartiene all'arrogante mondo pallonaro. Leggenda narra che l'attaccante romeno quand'era a Verona, amareggiato per il suo scarso rendimento in area di rigore, propose alla dirigenza la riduzione dello stipendio. Il presidente non accettò ma apprezzò il gesto.
Cresciuto nel vivaio della Dinamo Bucarest, Raducioiu arriva in Italia nel 1990, acquistato dal Bari. A vent'anni nel campionato romeno aveva già messo a segno una trentina di gol. Nel club di Matarrese Florin mette a segno solo cinque gol e l'anno dopo viene ceduto al Verona. Nella città del Pandoro le cose non vanno meglio: due reti e retrocessione in B.
Nel 1992 finisce al Brescia. E' l'anno del riscatto. Florin (alla faccia della Gialappa's) segna 13 gol e conquista le attenzioni del Milan che lo acquista l'anno successivo. In maglia rossonera l'attaccante di Bucarest colleziona solo 7 presenza e 2 gol, bottino sufficiente però per convincere il ct a portarlo ai Mondiali. Ad Usa '94 la Romania ripropone la coppia d'attacco Hagi-Raducioiu dei bei tempi di Brescia e i due non deludono le aspettative trascinando la loro nazionale ad un insperato quinto posto.Lo straordinario Mondiale però non lo aiuta a restare in Italia. Il Milan lo cede all'Espanyol. Lui, che a Brescia ha moglie e figli, non la prende bene. In Spagna non va meglio, arrivano così i prestiti allo Stoccarda e poi di nuovo al Brescia che lo riacquista nel 1999. Nel 2000 fa ritorno in patria, alla Dinamo Bucarest e poi spara le ultime cartucce al Monaco e al Creteil, club francese di seconda divisione con cui conclude la carriera. Nel 2005 fa un tentativo di tornare al calcio giocato con il Como. Attualmente Raducioiu, come molti suoi ex colleghi, studia da allenatore.
Florin non ce ne voglia ma il nostro ricordo più vivo risale a quando era l'idolo incontrastato di Mai dire Gol. Quando a forza di boing e stump il pallone tra i suoi piedi andava ovunque tranne che in porta.
“Era il più bravo di tutti ad arrivare davanti alla porta. Ci metteva la classe, l'eleganza, la rapidità, la scaltrezza. E arrivava all'appuntamento con il destino. Però poi si inceppava. Balbettava. Crollava, esausto di fronte a tanta responsabilità. Incespicava sui pensieri: tiro a destra o a sinistra? Si attorcigliava nei dubbi: di piatto o di punta? Diventò celebre non per quello che fece. Ma per quello che sbagliò. Ci vuole talento anche in quello. Lui sbagliava nei modi più impensabili. Sempre per eccesso, mai per difetto. Meglio la cazzata colossale che la sciocchezza minimalista. [...]”. Tratto da Bidoni di Furio Zara.