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Allegri ha sbagliato, il Torino meritava più rispetto
Il derby è stata una bella partita che Allegri ha eccessivamente snobbato. D’accordo far rifiatare i titolari, ma cambiarne otto, rispetto a mercoledì in Champions, contro il Monaco, è sembrato eccessivo.
Il Toro, nonostante sia inferiore anche alla riserve della Juve, meritava più rispetto. In vantaggio al primo tiro in porta (splendida punizione di Ljajic sotto la traversa, al 7’ della ripresa), i granata si sono ritrovati con un uomo in meno al 12’. L’entrata di Acquah su Mandzukic è decisa e pericolosa, ma è prima sulla palla e poi su un piede del croato. Sembra che Valeri non avesse fischiato nemmeno il fallo e che la segnalazione sia partita dal quarto uomo, Costanzo, contro il quale si è scagliato Mihajlovic, espulso al pari del suo calciatore. Anche se il fischio avrebbe potuto esserci, è sembrata mirata la seconda ammonizione che ha portato al rosso di Acquah.
Già prima che si arrivasse a questo, Allegri aveva cominciato a rinnegare il suo turnover: fuori Sturaro e dentro Higuain. Poi fuori Rincon e dentro Pjanic. Infine, proprio quando la partita si stava avviando alla conclusione, via Dybala e avanti Alex Sandro (con spostamento di Asamoah a esterno di sinistra). Tutto ciò mentre il Toro si era ridisegnato con un 4-4-1 e l’ingresso di Benassi al posto di Boyè.
La Juve - come nel primo tempo - ha continuato a comandare il gioco, ma in maniera sterile e confusa. Disastrosa la catena di destra, formata da Lichtsteiner e Cuadrado, inutili e imprecisi anche nelle esecuzioni più semplici. Prima del gol di Higuain, tutto sommato abbastanza casuale e da ascrivere per intero alla qualità e caparbietà dell’argentino, c’erano stati un gol sbagliato da Khedira (un altro che ha fatto poco e male) e una deviazione di Bonucci in bocca ad Hart.
Considerato l’intero primo tempo e le occasioni create dalla Juve, non si può certo dire che il risultato sia iniquo. Restano, tuttavia, due dati di fatto: con il Toro in parità numerica non sarebbe finita così; oggi Higuain è l’unico calciatore a cui Allegri non può rinunciare mai.
Direte: e Dybala? L’argentino ha fatto un discreto primo tempo, ma su di lui pesa l’errore di un gol sbagliato (43’) dopo uno splendido scambio con Mandzukic. Per il resto ha corso e ha pure lottato, ma quasi sempre come se gli mancasse un riferimento (Higuain). Un conto, infatti, è servire Gonzalo; un altro è fornire assist a Lichtsteiner (30’, tiro telefonato dello svizzero ad Hart).
L’occasione più grossa della Juve, invece, è venuta ad inizio di partita (13’), da calcio piazzato (corner) e colpo di testa di Benatia. La traversa ha respinto, Sturaro ha rimesso di testa al centro e, sulla conclusione a colpo sicuro di Bonucci, Molinaro è riuscito a deviare in angolo.
Così, fino al 92’, il Toro ha rischiato di vincere il derby in casa della Juve, come non accade da ventidue anni. Alla fine, comunque, ha interrotto il numero di vittorie bianconere consecutive allo Stadium fermandole a 33. Consolazione di poco conto al cospetto di quel che si poteva raccogliere. Ad Allegri, tutto sommato, è andata bene. La Champions è importante, ma dopo il 2-0 a Montecarlo, si poteva fare qualche cambio in meno e puntare a chiudere subito il discorso scudetto. Che invece è ancora lì e, forse, genera una leggera inquietudine.