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    Allegri è pronto a cambiare di nuovo la Juve per Di Maria? E c'è l'incognita Vlahovic

    Allegri è pronto a cambiare di nuovo la Juve per Di Maria? E c'è l'incognita Vlahovic

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La straordinaria ora di gioco di Angel Di Maria nell’irripetibile finale di Qatar 2022 - un rigore procurato, un gol, non una palla persa, non un passaggio sbagliato, non un dribbling inutile - ha riacceso l’entusiasmo sopito dei molti tifosi juventini alle prese con la decapitazione della dirigenza e con due inchieste - una penale e l’altra sportiva - molto delicate per il futuro del club. I più attenti tra i giornalisti hanno anche sottolineato come la Juventus sia la squadra che vanta il maggior numero di calciatori campioni del mondo nella storia del calcio. Proprio nell’Argentina di Messi, infatti, oltre a Di Maria, gioca anche Paredes, primo rincalzo del c.t. Scaloni nel munitissimo centrocampo dell’Albiceleste. Non solo: sono stati ben undici i giocatori bianconeri prestati alla causa delle rispettive Nazionali. Domandarsi cosa possa cambiare da oggi al ritorno in campo di questi elementi (4 gennaio a Cremona) è, dunque, lecito e doveroso. Intanto perché sembra che Allegri sia intenzionato a chiedere il prolungamento del contratto di Di Maria (cioè fino al 2024), poi perché sembra difficile che l’allenatore non trovi un posto ad un calciatore di conclamata qualità.

    Come tutti ricordano, la stagione di Di Maria era partita benissimo (gol e assist alla prima giornata contro il Sassuolo) per complicarsi troppo presto tra infortuni, ricadute e l’imperdonabile espulsione di Monza. Nel frattempo, però, seppur a fatica e perché costretto dalle necessità, Allegri ha lanciato Miretti e Fagioli, tratto beneficio dalla grande condizione di Rabiot (apprezzabilissimo anche il suo Mondiale) e modificato il sistema di gioco. Dal 4-3-3, almeno teorico, si è passati al 4-4-2 e, infine, assai più spesso, al 3-5-2. I risultati - sei successi consecutive che hanno portato la Juve al terzo posto - hanno confortato le scelte del tecnico e anche il gioco (qualità, intensità, organizzazione) ne hanno beneficiato. 

    Ora, ribadita l’intoccabilità di Rabiot (almeno fino a fine stagione) e programmato per gli ultimi giorni di gennaio l’esordio di Pogba (che non è reduce da un Mondiale, ma da un lunghissimo infortunio), come giocherà la Juve con l’appena consacrato Di Maria? Delle due, l’una: o Allegri cambia modulo (4-4-2 o meglio ancora 4-3-3) oppure Di Maria può solo fare la punta di complemento dietro Vlahovic. A proposito del quale va affrontato un altro discorso: guarirà dalla pubalgia? Si saprà a mettere a disposizione anche se non al cento per cento, come è stato per il Mondiale? Non è che la Juve, per fare cassa e anche perché Vlahovic fino ad oggi ha brillato poco, lo cede già a gennaio o programma di farlo per l’estate?

    Comunque, se non ci fosse più Vlahovic (improbabile, ma possibile) di certo giocherebbe Milik, cioè un primo attaccante con Di Maria sottopunta e libero di svariare sul fronte d’attacco. Se, al contrario, si tornasse al passato (4-3-3 o 4-4-2) o esce Kostic (esterno di sinistra) o esce Cuadrado. Ma qui si innesta un’altra variabile, ovvero Federico Chiesa. Vero che, come per Pogba, dovranno passare almeno un paio di mesi prima di ritrovare la totale efficienza, ma vero anche che, per fare posto al francese, bisognerà madare in panchina Fagioli o MIretti, mentre Chiesa potrebbe prendere il posto dell’ormai esausto Cuadrado.

    Ben lontano dall’essere un guaio, l’abbondanza, quando ci sarà (per il momento, oltre a Pogba, sono fermi sia Bonucci sia Chiesa), va affrontata sapendo per tempo cosa fare. Ecco perché Allegri sta studiando. Il tempo dell’improvvisazione - ammesso ci sia mai stata - è finito. La Juve che ha cambiato marcia non può più rallentare.

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