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Allegri e le 405 panchine alla Juventus: 'Sicuro che avremmo ribaltato il Real Madrid nel 2018. La lezione di Buffon, su Danilo e Rabiot...'
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405 panchine alla Juventus. Un traguardo straordinario, raggiunto in occasione dell’ultima partita di campionato contro l’Udinese e che ha consentito a Massimiliano Allegri di affiancare una leggenda come Marcello Lippi e provare a mettere nel mirino il primatista assoluto Giovanni Trapattoni, piuttosto distante con le sue 596 apparizioni e soprattutto in virtù delle discussioni di questi giorni sul futuro di Allegri. Che però ha approfittato di questa ricorrenza per concedere un’intervista ricca di ricordi ai canali ufficiali del club.
“Ho avuto il piacere e l’onore di allenare grandi campioni e uomini. Alla fine gli scudetti e le grandi vittorie si ottengono grazie agli uomini. Ogni volta che parlo con loro mi emoziono, hanno fatto la storia della Juventus e della Nazionale. Mi ritengo prima un uomo e poi un allenatore fortunato. Stare a contatto con grandi campioni è un privilegio per pochi”, ha esordito il tecnico della Juve. Che poi si è soffermato su uno dei tanti campioni con cui ha avuto la possibilità di lavorare in questi anni: “Buffon diceva sempre una frase ‘c’erano partite che non si devono giocare ma vincere’. Da lui ho imparato molto oltre che ammirare il grande portiere che è stato. Per vincere i trofei, si devono vincere il 70-80% delle partite, poi ci sono gli scontri diretti da giocare”.
CAMPIONI - Leader della Juventus attuale sono certamente Danilo e Adrien Rabiot: “Danilo è un giocatore con cui sto lavorando. È un ragazzo d’oro. È il leader di questa squadra. È un uomo di spessore e livello molto alto. Rabiot? Quando è arrivato, io sono andato via. È cresciuto molto come persona ed è maturato. L’anno scorso ha fatto un campionato straordinario e si sta ripetendo. È un calciatore straordinario anche all’interno dello spogliatoio”.
RIMPIANTO CHAMPIONS - Sui traguardi raggiunti con la Juventus ed il cruccio della Champions League: “Mi sono battuto tanto. La Juventus ha perso sette finali? No, ne ha giocate nove. Questa è la cosa più importante. Vincere di più sarebbe stato meglio. Quando ricordi e riguardi quei momenti lì, vuol dire aver fatto il massimo. Viviamo per quegli eventi che ti danno emozioni e adrenaline pazzesche”. A proposito di Champions, una delle partite maggiormente impresse nella memoria di tutti e anche di Allegri è quella valevole per il ritorno dei quarti di finale della stagione 2017/2018 contro il Real Madrid, quando i bianconeri riuscirono a ribaltare uno 0-3 casalingo andando a vincere per 3-1 al “Bernabeu” ma venendo eliminati dal discusso rigore nel finale di Cristiano Ronaldo. “Quella sera entro tranquillo, sapevo che la squadra poteva ribaltare il risultato. Così è stato, ma è mancato l’ultimo pezzettino. Magari avrei dovuto fare una sostituzione prima. I supplementari erano a un passo”, ha detto.
“Ho avuto il piacere e l’onore di allenare grandi campioni e uomini. Alla fine gli scudetti e le grandi vittorie si ottengono grazie agli uomini. Ogni volta che parlo con loro mi emoziono, hanno fatto la storia della Juventus e della Nazionale. Mi ritengo prima un uomo e poi un allenatore fortunato. Stare a contatto con grandi campioni è un privilegio per pochi”, ha esordito il tecnico della Juve. Che poi si è soffermato su uno dei tanti campioni con cui ha avuto la possibilità di lavorare in questi anni: “Buffon diceva sempre una frase ‘c’erano partite che non si devono giocare ma vincere’. Da lui ho imparato molto oltre che ammirare il grande portiere che è stato. Per vincere i trofei, si devono vincere il 70-80% delle partite, poi ci sono gli scontri diretti da giocare”.
CAMPIONI - Leader della Juventus attuale sono certamente Danilo e Adrien Rabiot: “Danilo è un giocatore con cui sto lavorando. È un ragazzo d’oro. È il leader di questa squadra. È un uomo di spessore e livello molto alto. Rabiot? Quando è arrivato, io sono andato via. È cresciuto molto come persona ed è maturato. L’anno scorso ha fatto un campionato straordinario e si sta ripetendo. È un calciatore straordinario anche all’interno dello spogliatoio”.
RIMPIANTO CHAMPIONS - Sui traguardi raggiunti con la Juventus ed il cruccio della Champions League: “Mi sono battuto tanto. La Juventus ha perso sette finali? No, ne ha giocate nove. Questa è la cosa più importante. Vincere di più sarebbe stato meglio. Quando ricordi e riguardi quei momenti lì, vuol dire aver fatto il massimo. Viviamo per quegli eventi che ti danno emozioni e adrenaline pazzesche”. A proposito di Champions, una delle partite maggiormente impresse nella memoria di tutti e anche di Allegri è quella valevole per il ritorno dei quarti di finale della stagione 2017/2018 contro il Real Madrid, quando i bianconeri riuscirono a ribaltare uno 0-3 casalingo andando a vincere per 3-1 al “Bernabeu” ma venendo eliminati dal discusso rigore nel finale di Cristiano Ronaldo. “Quella sera entro tranquillo, sapevo che la squadra poteva ribaltare il risultato. Così è stato, ma è mancato l’ultimo pezzettino. Magari avrei dovuto fare una sostituzione prima. I supplementari erano a un passo”, ha detto.