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Al Napoli e a Garcia serviva una vittoria così. Kvaratskhelia si traveste da Osimhen
Successo limpido anche se dopo averlo blindato ha rischiato di riaprire le porte al Verona. I campioni d’Italia hanno agganciato in classifica al terzo posto Juve e Fiorentina che giocheranno domani (la Juve) e lunedì (i viola) e ora possono mettere la testa sulla Champions (martedì a Berlino) con uno spirito più leggero. Più pesante, invece, si sta facendo la situazione del Verona, fermo a 8 punti. Non vince da 7 partite e sabato prossimo andrà a giocare a Torino contro la Juve.
5 MINUTI DI VERONA - Il Napoli ha impiegato 5 minuti a prendere possesso del Bentegodi. Cinque minuti in cui ha rischiato di prendere gol con due colpi di testa, il primo di Dawidowicz, il secondo di Magnani, dopo due angoli di Ngonge, ma in entrambe le occasioni Meret ha chiuso la porta. Fra i campioni d’Italia serpeggiava ancora la coda della scia dei veleni post-Fiorentina. Forse era solo un’impressione, di sicuro si è trattato di un periodo breve dal quale si sono ripresi subito mostrando una qualità e una cifra tecnica irraggiungibile per il Verona.
RASPADORI RIFINITORE - Garcia aveva scelto Raspadori come centravanti e il piccolo attaccante ha iniziato a farsi vedere sui calci piazzati, con due punizioni ha messo la palla fra i pali della porta veronese protetta bene dai guantoni di Montipò. Intorno al 20', il Napoli ha aumentato ritmo e qualità e per il Verona, che sbagliava passaggi, appoggi e lanci in quantità industriale (Amione l’esempio più chiaro: non ne ha indovinata una), è calato il buio. Baroni aveva provato a contenere avversari di un livello nettamente superiore marcando a uomo Lobotka con Serdar, Cajuste con Folorunsho e Zielinski con Hongla, ma nell’uno contro uno inevitabilmente perdeva tutti i duelli.
I GOL DELLE ALI - E’ stato Politano a mettere per primo la firma sul tabellino dei marcatori. L’azione dell’1-0 è nata da un anticipo di Cajuste su Dawidowicz uscito dalla linea difensiva con la palla al piede; da sinistra, Raspadori ha pennellato il cross sul secondo palo dove era appostato Politano completamente libero, tocco al volo di sinistro e Napoli in vantaggio. La difesa del Verona era squinternata, in area aveva un uomo in più del Napoli ma nessuno si è accorto che Politano era senza marcatura. La squadra di Baroni ha barcollato, ancora Raspadori, centravanti che fa le cose più belle e più utili quando gioca fuori area, ha messo Cajuste davanti a Montipò, ma lo svedese ha centrato il portiere veronese. Dopo un’occasione di Serdar, il Napoli ha ripreso ad attaccare e ha sfondato di nuovo l’incerta difesa di casa in contropiede: quattro contro tre, attacco micidiale a destra di Politano che ha saltato Amione, palla a sinistra per Kvaratskhelia, dribblato Magnani, anticipato Faraoni e sinistro sul primo palo, mal coperto da Montipò. Esultando con le frecce dell’arciere, il georgiano ha scatenato una mezza rissa da cui Mario Rui e Faraoni sono usciti con un’ammonizione a testa.
GOL E OCCASIONI, 45' DA BRIVIDI - Che il Verona avesse difficoltà serie lo ha certificato il suo allenatore con tre cambi a inizio ripresa. Dentro Terracciano per il frastornato Amione, Lazovic per Serdar e Bonazzoli (vispo e pungente) per Ngonge. Ma nemmeno le sostituzioni hanno risolto il vero problema dei gialloblu: la disastrosa fase difensiva. Dopo 10', il Napoli ha colpito ancora in contropiede. La metà campo dei gialloblù era un deserto dove un predone come Kvaratskhelia non ha trovato difficoltà a piazzare il 3-0 con sterzata, spostamento di palla sul malcapitato Magnani (un pomeriggio da incubo contro il georgiano) e conclusione di destro dopo il lancio-assist di Politano. Sembrava chiusa e invece un intervento mancato di Rrahmani su cross di Faraoni ha portato Di Lorenzo a un tocco maldestro, la palla è rimasta in area e Lazovic l’ha scaraventata in rete. Era il 15' e da quel momento, con gli spazi che si aprivano da una parte all’altra, sono fioccate occasioni su tutt’e due i fronti. Politano (murato), Cajuste (diagonale fuori), Simeone (fuori di poco) e Zerbin (respinta di piede di Montipò) per il Napoli, Djuric (due volte), Bonazzoli (grande Meret), Lazovic e Faraoni per il Verona. Durante quella raffica di occasioni, Garcia ha pensato alla Champions, a Berlino, e ha tolto il migliore in campo, Kvaratskhelia, per far entrare Lindstrom a un quarto d’ora dalla fine. Poi fuori anche l’altro protagonista del pomeriggio, Politano. Alla fine, però, sulla vittoria del Napoli non c’erano dubbi.