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    Agnelli e De Laurentiis protestate contro il Sistema, ma votate Abete. Tenetevelo

    Agnelli e De Laurentiis protestate contro il Sistema, ma votate Abete. Tenetevelo

    Che il calcio italiano sia afflitto da una dissociazione comportamentale, è assodato. Insieme con la gerontocrazia e il regime da essa partorito, è questo il male più evidente del Circo Pallonaro.

    Un esempio dissociativo? Provate a indovinare chi abbia pronunciato queste affermazioni:  

    "Constato che la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale. 

    Per molto tempo e con grande senso di responsabilità la Juventus e i suoi tesserati hanno mantenuto un atteggiamento sereno e coerente rispetto alle Istituzionie rispetto ad atteggiamenti che, fin da subito, suggerivano che fosse in atto un nuovo attacco ai suoi danni e ai danni dei suoi tesserati. Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi.

    Questo è paradossale e non può essere accettatoLa decisione di ieri della Commissione Disciplinare Nazionale della FIGC, che ha opposto un non motivato rifiuto al patteggiamento già ponderato esottoscritto dal Procuratore Federale, è la testimonianza della totale inadeguatezza del sistema giuridico sportivo e della Federazione in seno a cui opera. Rilevo nuovamente l’incapacità di interpretare le moderne esigenze del professionismo di alto livello. Anche avendo scelto, contro ogni istinto di giustizia e con una logica di puro compromesso, la strada del patteggiamento per poter limitare i danni di una giustizia sportiva vetusta e contraddittoria, ci si scontra con un sistema dittatoriale che priva le Società e i suoi tesserati di qualsivoglia diritto alla difesa e all’onorabilità".

    Riassumendo: il sistena della giustizia sportiva è "inadeguato, incapace, inaccettabile, didattoriale"

    Chi l'ha detto? Andrea Agnelli, presidente della Juventus, addì 2 agosto 2012. 

    Chi c'è a capo della Federazione da cui dipende questo sistema e contro la quale, en passant, la Juve ha intentato causa, chiedendo un risarcimento danni Calciopoli per 444 milioni di euro? Giancarlo Abete.

    Per chi ha votato Andrea Agnelli? Per Giancarlo Abete.

    Andiamo avanti. Secondo indovinello. “Il signor Abete si deve far da parte. Quante volte gli ho detto di mettere mano alla legge 91 del 1981? Si continua ad ignorare che i club sono diventati SpA ed è una mancanza da denuncia. Serve uno scatto di maturità, di crescita culturale sul piano dell’impresa. La Lega deve essere la casa dei club, la nostra associazione, dove noi dobbiamo gestire la nostra vita industriale e professionale. Io sono contro l’ignoranza di chi non vuole capire il momento di crisi che stiamo attraversando. E’ chiaro, ad Abete importa che il campionato possa partire: quindi farà in modo di far firmare il contratto collettivo e di non essere così tirato in ballo. In questo mondo ognuno pensa a salvare il proprio posto. Io non capisco dove vuole arrivare il calcio. Giochiamo, giochiamo, giochiamo sempre, ma non ci fermiamo mai a parlare un attimo tra di noi per capire cosa fare, per prenderci determinate responsabilità”.

    Chi l'ha detto? Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli. Addì Barcellona, 23 agosto 2011. 

    Ancora: "E' ridicolo penalizzarci in questo campionato. Credo che determinati processi dovrebbero essere istruiti a iniizo o fine stagione. Così si rischia di falsare il campionato. Se ci sono principi giuridici calpestati io mi appello al rispetto della legge: la giustizia sportiva è stata creata quando i club non erano società per azioni, ora bisogna mettersi attorno a un tavolo e cambiare le cose. Abete è la persona più giusta per portare il calcio al passo con i tempi".

    Aurelio De Laurentiis, addì Roma 14 gennaio 2013.

     

    Chi l'ha detto? Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, addì Roma, 14 gennaio 2013.

    Per chi ha votato ieri De Laurentiis? Per Giancarlo Abete.

    Per chi hanno votato gli altri 16 presidenti di A presenti all'assemblea generale (mancavano solo Catania e Chievo), molti fra i quali in questi anni si sono stracciati le vesti contro la Figc, sono stati stangati da quell'obbrobrio giuridico che risponde al nome di responsabilità oggettiva? Per Giancarlo Abete, 62 anni, dal 2 aprile 2007 alla presidenza della Federazione Italiana Giuoco Calcio, al cui interno assunse il primo incarico importante nel 1989, divenendo poi per dieci anni il vice di Franco Carraro, 73 anni, già 24°, 26° e 31° presidente della Figc prima delle dimissioni, rassegnate l'8 maggio 2009, all'alba di Calciopoli.

    Abete è stato rieletto con il 94,34% dei voti, roba che ne sarebbe fiero anche il defunto Kim Il Sung, Grande Leader della Coea del Nord di cui fu Primo Ministro dal 1948 al 1972 e Presidente a dal 1972 al 1994, anno della sua scomparsa. 

    Si dirà: ma il candidato unico Abete è stato rieletto a scrutinio segreto da una libera e democratica assemblea, mica come a Pyongyang.  Ci mancherebbe altro: il rispetto della volontà spontaneamente manifestata nelle urne è sacro. Tanto che a Maurizio Galdi, il quale sulla Gazzetta gli ha chiesto ragione di una mancata proclamazione per acclamazione, Abete ha risposto: "Il calcio è un mondo complesso. Ci sono voti ponderati e da sempre abbiamo utilizzato il sistema dello scrutinio segreto".

    Ogni cosa si tiene nel Regno dei Dinosauri. Nulla di personale né contro Abete, un signore che può vantare un invidiabile cursus honorum nè contro gli altri membri della nomenklatura. Tutto contro un sistema che non lascia spazio ai giovani, al rinnovamento ed è fondato sull'immobilismo gattopardesco per fare finta che tutto cambi perchè tutto rimanga com'è. E allora, cari Agnelli e De Laurentiis, se questo sistema vi piace tanto, tenetevelo. Ma, almeno, risparmiateci le vostre filippiche.

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

    P.s.: in attesa che venerdì 18 gennaio, a Milano, la Lega di A riprenda a litigare per eleggere il successore di Beretta, dimissionario dal marzo 2011 e ricandidato da Lotito; in attesa che Andrea Abodi, trombato nella corsa alla presidenza della Lega A, torni a fare il presidente della Lega B, ecco chi comanda nel Palazzo del calcio italiano.

    Abete Giancarlo, 62 anni, rieletto presidente Figc per altri quattro anni. In carica dal 2 aprile 2007 dopo essere stato per 10 anni vice di Franco Carraro.

    Macalli Mario, 76 anni il 19 marzo prossimo, il 10 gennaio 1997 eletto presidente della Lega Professionisti di Serie C, l'attuale Lega Pro. Confermato nel 2000, nel 2004, nel 2008 e il 17 dicembre 2012, quando si è aggiudicato il quinto mandato consecutivo.

    Tavecchio Carlo, 69 anni,  in carica dal 29 maggio 1999, rieletto nel 2000, nel 2004, nel 2009 e il 17 dicembre scorso per altri 4 anni.

    Nicchi Marcello, 60 anni il prossimo 18 marzo, ex arbitro. Secondo Wikipedia "mise termine alla carriera sui campi nel 1997 per scelta tecnica dei suoi superiori, dopo gli errori commessi durante il campionato di Serie A 1996/1997, tormentata anche da un'operazione al menisco che lo tenne fermo per qualche tempo: in particolare, nella partita Vicenza-Bologna espulse lo svedese Kenneth Andersson che aveva semplicemente chiesto di essere sostituito dal proprio allenatore; mentre in Perugia-Napoli convalidò un gol segnato nettamente con una mano dal croato Milan Rapaic".

    Eletto presidente dell'Associazione Italiana Arbitri il 6 marzo 2009, è stato rieletto il 12 novembre 2012. In quella circostanza ha avvertito: "Nel 2016, quando mi ricandiderò, spero che chiunque possa fare il presidente. Il meglio deve ancora venire".

     

     

     

     

     

     

     

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