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Addio a Ginulfi, parò un rigore a Pelé VIDEO
Ginulfi è stato un buon portiere in anni in cui in Italia la tradizione era ricca. Albertosi e Zoff erano i modelli, ma dietro di loro - dal Ragno Nero Cudicini a Lido Vieri - in tanti facevano il mestiere con grande dignità. Classe 1941, era romano di San Lorenzo e con la squadra della sua città aveva speso gli anni migliori. Aveva difeso la porta dei giallorossi dal 1962 al 1975, prima di lasciare la squadra del cuore - era scoccata l’ora del giovane Paolo Conti - e chiudere la carriera con altre esperienze al Verona, alla Fiorentina e alla Cremonese. Ma prima, da ragazzino, come tanti altri colleghi della sua epoca, aveva avuto un’altra vita. Lavorava al banco del pesce della zia, a Piazza Vittoria. Si alzava tutte le mattine all’alba, andava a lavorare, tornava a casa e preparava il borsone per andare agli allenamenti nelle giovanili della Roma, a Piazza Tre Fontane. Erano vite così, che il calcio gratificava all’improvviso, di fama e di una placida ricchezza. Ginulfi con la Roma giocò 217 partite in tutte le competizioni. Era un portiere affidabile, in una squadra che non aveva grandi ambizioni e che molti ricordano come la “Rometta”. In quegli anni romani vinse comunque due volte la Coppa Italia e una volta il Torneo Anglo-Italiano.
Era anche un ragazzo umile e sobrio nei comportamenti, stimato dai compagni di squadra proprio per il modo di affrontare la quotidianità. Si arrabbiò davvero - in campo - soltanto una volta. Accadde nel dicembre del 1969, poco prima di Natale, all’Olimpico, durante un Roma-Palermo. Un avversario calciò il pallone verso la sua porta, Ginulfi si stese in volo e deviò il pallone, proprio sulla riga. Un guardalinee - allora il Var non esisteva - segnalò invece all’arbitro che quel pallone aveva oltrepassato la linea di porta ed era entrato. L’arbitro assegnò il gol al Palermo. Ginulfi non se ne diede ragione, provò a convincere l’arbitro, ci andò a parlare, gli giurò che quel pallone non era entrato. Ma l’arbitro aveva deciso. Se andate a rivedere le immagini di quella partita, vi accorgerete che aveva ragione lui.