4 nomi per la Nazionale: i pro e i contro
Il Corriere della Sera fa il punto sul toto-ct della Nazionale dopo le dimissioni presentate da Cesare Prandelli al termine della fallimentare esperienza al Mondiale. Dimissiono peraltro irrevocabili, come filtra da ambienti vicini all'ex tecnico nonostante le pressioni del vicepresidente federale Demetrio Albertini. Potrebbe essere decisivo ai fini della scelta del nuovo selezionatore già il Consiglio federale fissato per lunedì prossimo. Ecco i quattro nomi più caldi del momento e i pro e i contro che li accompagnano:
MASSIMILIANO ALLEGRI: E' il vero favorito per la successione di Prandelli, perchè un uomo che piace alla Federazione, con cui i contatti erano stati frequenti durante la trattativa tra il ct uscente e Abete per il rinnovo di contratto. A fine mese si libera dal Milan, di lui piace il carattere che non lo porta a essere amico dei giocatori e la sua voglia di badare al solo. Tra le controindicazioni, quella di non essere amato dalla gente e di rappresentare, per i burrascosi trascorsi al Milan, l'unico vero ostacolo alla permanenza di Pirlo in Nazionale.
FRANCESCO GUIDOLIN: Rappresenterebbe un compromesso tra la voglia di rivoluzione e la necessità di non creare sconvolgimenti che producano ancora più caos in un momento così delicato per il nostro calcio. Ha recentemente abbandonato la carriera di allenatore diventando il supervisore delle squadre della famiglia Pozzo, ma i suoi trascorsi a Udine e la capacità di fare bene con i giovani sono un ottimo sponsor a suo favore. Convince molto meno la sua difficoltà nel gestire lo stress e le pressioni prima, durante e dopo una partita.
ROBERTO MANCINI: E' il preferito dai tifosi azzurri, è considerato un perfezionista e non è intimorito dalle personalità più difficili, come dimostra la sua gestione di Mario Balotelli all'Inter e al Manchester City. Ama i giocatori tecnici e cerca di farli convivere, una filosofia che si sposa a meraviglia con la voglia di rilanciare il movimento. Non piace però il suo carattere poco malleabile, che rischia di acuire le tensioni del momento.
LUCIANO SPALLETTI: Nonostante il suo desiderio di liberarsi dalla prigione dorata dello Zenit San Pietroburgo (a cui legato per un altro anno da un contratto di 5,5 milioni benchè sia stato esonerato da tempo) e la sua predilizione per un calcio spettacolare, è il candidato più indietro nella corsa per questioni prettamente caratteriali. Non digerisce la minima critica che gli viene rivolta e un ct della Nazionale sa di dover convivere con questa situazione; inoltre, è molto duro e intransigente nei confronti dei suoi calciatori, il che spesso gli ha portato dei problemi nei rapporti interpersonali.
MASSIMILIANO ALLEGRI: E' il vero favorito per la successione di Prandelli, perchè un uomo che piace alla Federazione, con cui i contatti erano stati frequenti durante la trattativa tra il ct uscente e Abete per il rinnovo di contratto. A fine mese si libera dal Milan, di lui piace il carattere che non lo porta a essere amico dei giocatori e la sua voglia di badare al solo. Tra le controindicazioni, quella di non essere amato dalla gente e di rappresentare, per i burrascosi trascorsi al Milan, l'unico vero ostacolo alla permanenza di Pirlo in Nazionale.
FRANCESCO GUIDOLIN: Rappresenterebbe un compromesso tra la voglia di rivoluzione e la necessità di non creare sconvolgimenti che producano ancora più caos in un momento così delicato per il nostro calcio. Ha recentemente abbandonato la carriera di allenatore diventando il supervisore delle squadre della famiglia Pozzo, ma i suoi trascorsi a Udine e la capacità di fare bene con i giovani sono un ottimo sponsor a suo favore. Convince molto meno la sua difficoltà nel gestire lo stress e le pressioni prima, durante e dopo una partita.
ROBERTO MANCINI: E' il preferito dai tifosi azzurri, è considerato un perfezionista e non è intimorito dalle personalità più difficili, come dimostra la sua gestione di Mario Balotelli all'Inter e al Manchester City. Ama i giocatori tecnici e cerca di farli convivere, una filosofia che si sposa a meraviglia con la voglia di rilanciare il movimento. Non piace però il suo carattere poco malleabile, che rischia di acuire le tensioni del momento.
LUCIANO SPALLETTI: Nonostante il suo desiderio di liberarsi dalla prigione dorata dello Zenit San Pietroburgo (a cui legato per un altro anno da un contratto di 5,5 milioni benchè sia stato esonerato da tempo) e la sua predilizione per un calcio spettacolare, è il candidato più indietro nella corsa per questioni prettamente caratteriali. Non digerisce la minima critica che gli viene rivolta e un ct della Nazionale sa di dover convivere con questa situazione; inoltre, è molto duro e intransigente nei confronti dei suoi calciatori, il che spesso gli ha portato dei problemi nei rapporti interpersonali.