Dieci anni sono trascorsi da quel 4 settembre 2006, data tristemente entrata nelle cronache della storia dell'Inter e del calcio italiano, il giorno in cui la malattia si è portata via Giacinto Facchetti (foto da thefootballtimes.co). Un personaggio destinato a rimanere nella leggenda per quello che è stato da calciatore prima e da dirigente poi e per l'esempio di correttezza e trasparenza che ha saputo trasmettere con i suoi comportamenti. Quelli che, riprendendo le parole del figlio Gianfelice, gli hanno permesso di rimanere immortale nelle memoria collettiva, perchè "muore solo chi viene dimenticato".

Un beffardo scherzo del destino ha voluto che Facchetti se ne andasse dopo un'estate tribolata per il calcio italiano come quella del 2006, l'anno che ha sì regalato il quarto Mondiale alla Nazionale ma ha anche segnato uno dei punti più bassi di sempre del nostro movimento con lo scandalo di Calciopoli. Anche per questo, proprio perchè da queste vicende non esisteva personaggio più lontano di Giacinto Facchetti, il suo ricordo, il suo esempio oggi sono vivi e presenti più che mai. 4 settembre 2006-4 settembre 2016: sono passati già 10 anni ma Facchetti manca a tutti e sempre di più.