Getty Images
ZorrOsimhen è tornato, il Napoli vince a Venezia dopo 75 anni e crede nello scudetto: ora l'Inter al Maradona...
riagganciare il Milan al secondo posto e per riavvicinarsi all’Inter. Tant’è che nonostante una partita da recuperare per i nerazzurri quello dello scudetto torna ad essere un discorso a tre. Il triangolo sì, dunque, dopo il successo del Napoli a Venezia.
Due gol (59’ Osimhen e 100’ Petagna) e successo in Laguna dopo 75 anni e giusto alla vigilia dello scontro diretto al San Diego tra Spalletti e Inzaghi. Per il Venezia, invece, una sconfitta, un’altra sconfitta, che crea un sacco di problemi, visto che la squadra di Zanetti (in credito di una partita, però), ora è terzultima, scavalcata dal Cagliari pirata contro dell’Atalanta.
Si sa, hanno urgenze opposte e contrastanti, il Venezia e il Napoli. E per
questo, è ovvio, quella che t’aspetti è una partita dai ritmi sostenuti e pure dai
buoni contenuti di gioco e d’aggressività, come del resto è nei principi dei
rispettivi ed esimi allenatori. Uno, Spalletti, per l’occasione rispolvera Ospina,
Politano, Insigne e soprattutto Osimhen già dall’avvio; l’altro, Zanetti, rispetto all’ultima volta rivoluziona disegno e formazione. Per contrastare l’Inter,
infatti, sul prato di San Siro aveva tracciato un tre-cinque-due onesto e combattivo sino all’ultimo minuto. Stavolta no. Stavolta torna al desiderio
d’una squadra che non ha timori e dà vita a un quattro-tre-tre che,
probabilmente, nelle sue intenzioni contiene due messaggi: giocare con tre
attaccanti per tenere quanto più possibile il Napoli basso e non rinunciare alla
caccia al gol. Che, si capisce, è splendida teoria. Teoria, però. Perché poi alla
prova del campo le cose cambiano parecchio.
Quando si gioca, infatti, come avrebbe detto il mitico Petisso, il Napoli gli “ruba l’idea”. Sì, perché il Napoli prende possesso del terreno e del pallone e tiene il Venezia basso e sulle spine. Questo vuol dire quel settanta per cento di possesso azzurro nella prima metà gara. Già, ma il possesso senza eccellenti valori prestatiti serve a poco. Si sa: è fine a se stesso. E, infatti, il Napoli che governa la partita, lo fa solo sino al limite dell’area del Venezia. Poi, quando arriva là, gli manca sempre l’dea geniale, l’illuminazione, il passaggio vincente, il colpo del successo. Insomma, gli vengono meno gli uomini più illustri: da Zielinski aFabian, da Politano a Insigne, mentre il ritrovato Osimhen fa quello che può.Ovvero, quelle due o tre volte che gli capita il pallone cerca subito la porta, ma nella migliore delle poche opportunità che il primo tempo gli riserva, (28’)trova il palo e basta.
Ecco, la prima mezz’ora di questa partita è una mezza accademia del Napoli,
ma sempre a marce basse, troppo basse per sorprendere un Venezia, sì con
tre attaccanti, ma soprattutto attentissimo agli spazi e alle marcature dal
centrocampo in giù. Ed è per questo che alla fine rischia poco. Poi, dopo la
mezz’ora, il Venezia diventa pure coraggioso e arriva un paio di volte dalle
parti del portiere azzurro. Prima con Ebuehi che spara, però, fuori e poi con
Orekeke, che impegna Ospina a terra. Poco, è vero, ma del resto così va la
partita: da una parte c’è il Napoli che palleggia, che è geometrico ma troppo moscio quando c’è da concludere l’azione e dall’altra c’è un Venezia che si
ritrova con un’opzione e basta: il lancio lungo per Orekeke troppo solo, però,
per far paura. Insomma, una mezza noia. E, comunque sia, un tradimento
delle attese invece ardimentose. Che, si sa, è sempre il rischio che corrono
partite di grande interesse.ù
Ma Napoli e Venezia sanno che il pareggio non fa comodo a nessuno. Lo
sanno tutti e due, ma il primo che si dà una mossa è il Napoli. Tant’è che,
dopo un tentativo di Johnsen da lontano (50’, para Ospina a terra), Zorrosimhen sblocca partita e risultato. E’ Politano (59’) che da destra
pennella un cross sul quale vola il centravanti mascherato. Caldara ed
Ebuehi restano a guardare e il gol è cosa fatta. Il Napoli respira. Certo, un gol
non dà certezze, ma la partita adesso è meno complicata per gli azzurri.
Si complicano – e parecchio – invece, le cose per Zanetti. Il quale altro non
può che provare a scuotere il Venezia. E allora, in rapida successione, fuori
Nani (deludente assai) e dentro Henry seconda punta e poi fuori pure
Johnsen e Crnigoj per Aramu e Busio. Cerca freschezza, spinta, voglia, il Venezia. Ma in verità poco ci riesce, mentre il tempo passa e la partita
diventa soprattutto la partita degli allenatori. Zanetti, infatti, alla ricerca di un
ormai disperato quattro-due-quattro richiama anche Ampadu e Cuisance e
s’affida a Fiordilino e soprattutto a Nsame, il centravanti ex Servette e Young
Boys, all’esordio nel nostro campionato. Mosse alle quali Spalletti replica con
Mertens ed Elmas al posto di Politano e Insigne e poi con Ghoulam e
Petagna per Zielinski acciaccato e per Osigol.
Insomma, sbilanciatissimo il Venezia e assai più accorto il Napoli per effetto delle sostituzioni. Tantì’è che addirittura al centesimo minuto, in contropiede,
il Napoli raddoppia. Combinazione Lobotka, Petagna, Mertens e sulla
respinta di Lezzerini è ancora Petagnone a fare gol. Centesimo minuto, ma
lunghissimo recupero giustificato da una dolorosa capocciata tra Bouehi
(espulso nel finale (95’) per un attentato alla caviglia di Mertens) e l’arbitro
Mariani, con conseguenze lievi, per fortuna, per entrambi.
:(actionzone)
IL TABELLINO
VENEZIA-NAPOLI (fpt 0-0) 0-2
VENEZIA (4-3-3): Lezzerini; Ebuehi, Ceccaroni, Caldara, Haps; Cuisance (dal 33’st Nsamé), Ampadu (dal 33’st Fiordilino), Crnigoj (dal 25’st Busio); Nani (dal 16’st Henry), Johnsen (dal 25’st Aramu), Okereke. All. P. Zanetti
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Mario Rui; Lobotka, Fabian Ruiz; Politano (dal 34’st Elmas), Zielinsky (dal 44’st Ghoulam), Insigne (dal 34’st Mertens); Osimhen (dal 44’st Petagna). All. L. Spalletti
MARCATORI: 14’st Osimhen (N), 55’st Petagna (N)
ASSIST: 14’st Politano (N)
AMMONITI: 28’st Mario Rui (N), 31’st Busio (V), 37’st Lobotka (N), 44’st Ceccaroni (V)
ESPULSI: 50’st Ebuhei (V)
ARBITRO: Maurizio Mariani di Roma