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    Zona 30, come va in Europa il provvedimento sul limite di velocità pensato per Milano?

    Zona 30, come va in Europa il provvedimento sul limite di velocità pensato per Milano?

    • Redazione CM
    Milano non è l’unica in Europa a rallentare. Da Grenoble, a Bruxelles, fino a Barcellona, Berlino e Londra (in alcune zone), sono diverse le città che hanno adottato o stanno andando verso il limite di velocità di 30 chilometri all’ora in ambito urbano, come pensa di fare il capoluogo lombardo sotto la giunta di Beppe Sala,

    PARIGI - A un anno dall’adozione della Zona 30 nella maggior parte delle vie del centro il dato sulla velocità media a 12,9 chilometri all’ora a settembre 2022 nella capitale può sembrare deludente. Il calo rispetto allo stesso periodo del 2021 è stato infatti solo dell’1,5%, secondo l’Observatoire parisien des mobilités, senza una sostanziale diminuzione degli incidenti stradali. Anche la riduzione dell’inquinamento acustico è inferiore alle aspettative. Il traffico però non ha risentito del nuovo limite di velocità. Anzi è diminuito, del 3,3% sull’anno e dell’8,9% sui due anni.

    ZURIGO E BRUXELLES - I tempi di percorrenza si sono leggermente allungati, dai 10 ai 30 minuti in più. Il limite però – spiega un report dell’Agenzia europea per l’ambiente – ha permesso di abbattere l’inquinamento acustico in media di una cifra tra i 3 e i 5 decibel. Nella capitale del Belgio il limite è stato introdotto a inizio 2021. Sei mesi più tardi si segnalava una riduzione tra il 7% e il 19% della velocità media, con i tempi di percorrenza rimasti inalterati. La vera vittoria, almeno sul breve periodo, è stata però il calo degli incidenti stradali (-20% nei primi due trimestri).

    IN SPAGNA - 
    In Spagna anche Barcellona Valencia adotteranno il limite di 30 chilometri all’ora. Il caso più longevo è però quello di Bilbao. La città basca ha beneficiato in realtà di anni di mobilità ridotta (che vigeva sull’87% delle strade già prima dell’introduzione della Zona 30), con pochi incidenti stradali e una riduzione degli inquinanti dannosi per la respirazione: del 3% degli NO2 (biossido d’azoto), del 9% NOX e del 12% PM10, o polveri sottili. Gli spostamenti in bici inoltre sono passati dai 320mila del 2018 a 1.791.000 del 2021.

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