Zola ricorda Maradona: 'La sua morte una sassata alle spalle. Mi ha insegnato tanto. Un genio, ha fatto male solo a se stesso'
"Diego è stato un fratello maggiore - racconta Zola in una lunga intervista concessa a La Repubblica - . Con me, ragazzino debuttante in A tra tanti campioni, è stato molto disponibile. Mi ha insegnato tanto e non lo scorderò mai. La scomparsa di Diego è stata un colpo molto forte. Sapevo di uno stile di vita al di sopra delle righe, ma mai avrei pensato che potesse morire. Mi ha colto impreparato, è come se fosse scomparso uno di casa. Siamo stati in gruppo al suo matrimonio in Argentina, l’abbiamo commentato come fosse stata la cerimonia di un parente strettissimo".
LE TELEFONATE CON FERRARA E CARECA - "Con Ferrara e Careca ci siamo sentiti. Uno strazio. Abbiamo ricordato partite, ritiri, tifosi, risate, vittorie e le poche sconfitte: Diego è stato un grande, è sbagliato dipingerlo sbrigativamente. Chi ha avuto la fortuna di giocarci assieme ha avuto solo cose buone".
GLI INIZI - "Arrivavo dalla provincia al calcio che conta. La mia più grande fortuna è stata quella di trovare calciatori di grande spessore e avere lo spirito giusto per apprendere".
LE ULTIME VOLTE INSIEME - "Quando l'ho visto dopo Napoli? In campo per beneficenza, a Roma e a Manchester, una charity con Robbie Williams. Anche allora mi ha sfidato sulle punizioni: 'Sei migliorato, ma hai ancora da lavorare' mi disse. Ci siamo ritrovati alla festa per l’addio al calcio di Ciro al San Paolo. Non stava benissimo. Poi, l’ho sentito quando era a Dubai".
IL RICORDO PIU' INTENSO - "Era un numero uno. Ho avuto al fianco un genio che non ha mai fatto pesare l’immensità tecnica, la gestione della gara, l’intuito. Penso all’estro di Gascoigne o Best: monumentali per visione, gesti e qualità, fragili e perduti fuori dal campo. Maradona rimane un gigante, estremamente vitale per la mia carriera: se non lo avessi incontrato sarei rimasto un buon calciatore. Ha esaltato le mie abilità potenziali. Conserverò la sua immagine in campo e da persona che andava oltre i limiti. Senza far mai male a nessuno se non a sé stesso".
I MOMENTI A NAPOLI INSIEME - "I barbecue da Careca. Abitavamo dalle parti di via Posillipo, Antonio ordinava la carne in Brasile e noi, con mogli e figli, non mancavamo. Ricordo Diego con Claudia: i valori verso la famiglia, l’Argentina degli ultimi e il Boca, erano molto solidi".
GLI ALLENAMENTI INSIEME - "Dopo gli allenamenti, mettevamo le barriere per le punizioni: per lui, distanza e potenza da dare alla palla, erano dettagli. Mi spiegò come calibrare la traiettoria. Mi faceva calciare in porta mille volte dall’altezza della bandierina, quattro metri oltre la linea di fondo".
LA GIOCATA DA FANTASCIENZA - "Il gol a Giuliani del Verona, da 50 metri con un pallonetto. In seguito, Giuliani venne a Napoli. In partitella Diego, da metà campo e spalle alla porta, ricevette la palla e al volo lo rifece. Applaudimmo a lungo, replicare una rete simile pareva impossibile".
SULLA MAGLIA NUMERO 10 - "Giocavamo a Pisa. In pullman Diego mi prese in giro: 'Gianfranco, domani metto la 9 e tu la 10. Ma non illuderti, lo faccio solo perché voglio onorare Antonio'. Careca era out e lui rise a lungo, vedendo la mia faccia basita. Ma è anche vero che a Ferlaino disse che per sostituirlo non dovevano comprare nessuno perché c’ero io".
SULLA MORTE NELLA VILLA DI TIGRE - "Ho visto e sentito di situazioni degradate. Preferisco non approfondire. Mi tengo l’esempio avuto in campo, la voce, l’umiltà, la forza e le sensazioni che mi ha dato".
SU PAOLO ROSSI - "Per la mia generazione è stato un’icona, come Antognoni e Bruno Conti. Poi, abbiamo lavorato assieme a Sky, persona deliziosa".
SU CAGLIARI-NAPOLI - "Importante e incerta per due squadre che non vivono un buon momento. Il Cagliari deve fare la partita e stare attento. Il Napoli è avvantaggiato perché ha la difesa migliore della A e riparte bene".
SU DI FRANCESCO E GATTUSO - "Stimo Eusebio, ha ottime idee. Anche se i numeri non sono buoni, bisogna avere fiducia. Gennaro è uno dei migliori tecnici italiani. Senza fronzoli, ha fatto bene ovunque ha lavorato".