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    Zola, niente Premier: e il Watford perde un patrimonio da 150 milioni di euro

    Zola, niente Premier: e il Watford perde un patrimonio da 150 milioni di euro

    Calciomercato.com ha chiesto all’Agente Fifa Jean-Christophe Cataliotti, titolare dei corsi per agenti fifa e osservatori di calcio (info su www.footballworkshop.it), e al Dott. Tommaso Fabretti, laureato in Economia e Management presso l’Università Politecnica delle Marche, di analizzare quali conseguenze economiche potranno avere le società promosse in Premier League. 

    Lunedì pomeriggio a Wembley, nella finale dei playoff del Championship (la serie B inglese), i londinesi del Crystal Palace hanno superato nei tempi supplementari il Watford di Gianfranco Zola andandosi così ad aggiungere a Cardiff City e Hull City, le due squadre ad aver raggiunto la promozione in Premier League nel corso della stagione regolare. Si aprono ora degli scenari quanto mai interessanti dal punto di vista non soltanto sportivo ma anche economico per i club neopromossi:  secondo le stime effettuate, le tre società si troveranno a gestire un patrimonio potenziale quantificato tra i 130 e 150 milioni di euro. Diamo uno sguardo alla composizione di questi ricavi stimati.

    Una parte importante di questa somma sarà composta dai diritti televisivi: i nuovi contratti stipulati nei mesi scorsi dai vertici di Premier League diventeranno effettivi dalla prossima stagione e toccheranno delle cifre da record. I club della massima serie calcistica inglese si suddivideranno a livello triennale una torta di oltre 5 miliardi di sterline (al cambio attuale quasi 6 miliardi di euro), risultato complessivo di accordi firmati sia con emittenti nazionali (Sky e British Telecom) che internazionali.

    Nel calcolo dei ricavi vanno poi aggiunti i fondi che potrebbero derivare dal “Parachute Payment System”, il sistema di contribuzione mediante il quale Premier League ogni anno garantisce un prezioso aiuto finanziario alle società che retrocedono nella categoria inferiore, e che vanno in questo modo a perdere buona parte dei ricavi che avrebbero potuto realizzare qualora fossero riuscite a restare nella massima serie. Ogni club retrocesso potrà contare su un finanziamento che sarà elargito su un arco di tempo di quattro anni. Questo sistema di contributi fu approvato allo scopo di evitare pericolosi rovesci finanziari che in passato, nei casi più complessi, hanno portato alla bancarotta di alcune società, e per permettere anche ai club più piccoli un’entrata di denaro sul lungo periodo che consenta loro una solida pianificazione gestionale. Il finanziamento andrà però ad interrompersi qualora le stesse società, nel corso di questo arco di tempo quadriennale, riescano ad ottenere la promozione e quindi il ritorno nella Premier League, aprendosi così la via a nuovi e sostanziosi ricavi.

    Entrando nel merito delle cifre previste da tale accordo rinegoziato in quest’ultimo periodo, le società retrocesse riceveranno, spalmata su quattro anni, una cifra che si attesta intorno ai 60 milioni di sterline (circa 70 milioni di euro), in aumento del 25% rispetto all’accordo precedente che prevedeva un totale di 48 milioni di sterline (circa 55 milioni di euro).

    Dobbiamo infine valutare degli importanti risvolti di carattere commerciale: l’ingresso nel massimo campionato di calcio inglese comporta una forte esposizione internazionale per la società e per il suo brand, così risulterà di fondamentale importanza lo studio di forti strategie di marketing al fine di capitalizzare le opportunità che il mercato può offrire. I club potranno contare su un accresciuto potere contrattuale e cercheranno di sviluppare nuovi accordi commerciali sia con aziende del settore sportivo sia con imprese di altri segmenti di mercato, interessate ad associare il proprio marchio ad un comparto economico che gode di grande visibilità come quello calcistico. I club neo-promossi potranno inoltre sfruttare quest’ occasione per allargare oltre confine la propria fan-base e per andare a proporre su mercati fortemente redditizi (come ad esempio quello asiatico, ben presidiato dai club del massimo campionato inglese)  i propri prodotti.

    Una volta raggiunta la Premier League, alla luce di questa ingente ricchezza che si troveranno a loro disposizione, le società neo-promosse potranno sviluppare progetti di crescita sia di breve che di medio e lungo termine: nell’immediato si punterà naturalmente a migliorare il livello tecnico della squadra per cercare di mantenere l’importante categoria conquistata, mentre nel lungo periodo si penserà in particolare al miglioramento delle infrastrutture quali stadi, campi di allenamento e strutture commerciali. In questo senso un ottimo esempio è quello dello Swansea City che, salito in Premier League nella stagione 2011-2012, ha inizialmente rinforzato la propria rosa di giocatori, arrivata addirittura in questa stagione a sollevare a Wembley la Coppa di Lega, ed ha inoltre stanziato un’importante quota del budget a propria disposizione a favore di un ampliamento del Liberty Stadium che arriverà a contenere 32 mila spettatori, ben dieci mila in più di quando la squadra partecipava ai campionati minori inglesi. Una strategia che sembra possa garantire un futuro roseo alla società gallese.

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