Calciomercato.com

  • Zizou, Junior & Co.:| Nostalgia di un'altra Torino

    Zizou, Junior & Co.:| Nostalgia di un'altra Torino

    Quando sono arrivate le bombole d'ossigeno si è capito che non era un derby normale, dei tanti che questo stadio, quando si chiamava ancora Comunale, ha visto passare. L'utilizzo dei due contenitori di metallo è stato per fortuna evitato.

    Ma in infermeria il lavoro non è mancato. Primo infortunato Bonini, quello che correva anche per Platini. Secondo «caduto» sul campo, Vialli: fatale al Gianluca un allungo alla vecchia maniera. Ma tutto sommato è andata bene. Soprattutto agli over 45, che proprio in forma spettacolare non erano quando hanno aperto la festa, dopo che l'interista Vecchioni aveva proclamato il suo tifo granata, e loro - i granata - hanno conquistato la vittoria con gol di Junior. Per fortuna il derby della solidarietà e della nostalgia, non si è trasformato nella partita del coccolone. Pulici ha sessant'anni suonati, e il buonsenso di correre al risparmio. Soprattutto di salutare la compagnia dopo cinque minuti. Cuccureddu ha un anno di più, e ha trotterellato con il giudizio di chi sa che le ginocchia possono fare crac da un momento all'altro.


    Poi sotto con i «baby» bianconerogranata, gli over 35 (gol di Lentini, Nedved, Porrini per la vendetta bianconera) e in molti hanno pensato che questi, anche se poco allenati e con qualche fascia elastica di troppo abilmente mimetizzata, sono ancora meglio di quelli che oggi negano alla Torino calcistica un minimo di spettacolo. Basta vedere la verve di Nedved, la rabbia agonistica di Ferrante. «Ma sai che Montero è ancora più forte di Bonucci?». Esagerato. Tuttavia si può anche perdere il senso della misura, quando va tutto male come adesso. Stadio quasi esaurito, 223mila euro raccolti per la lotta alla Sla, Boniperti e Tomà a dare il calcio d'inizio. Al pronti via, fuori i fazzoletti e i vecchi striscioni ingialliti.

    Hanno riportato su dalla cantina il lenzuolo con gli occhialoni di Davids, hanno esposto perfino un drappo per la meteora Tudor. La Maratona non ha rispolverato il glorioso «Puliciclone», ma è rimasta all'attualità insultando Cairo. Scelte di vita e di classifica. In ogni caso tutti contenti di questa full immersion nel passato, con i padri a raccontare le gesta dei giocatori che i figli forse hanno visto soltanto in vecchi filmati, e altri inguaribili passatisti a dire: «Magari avessimo ancora Mussi e Policano sulle fasce». E già, questo derby fa del bene a chi soffre per malattie terribili, ma non fa del bene a chi non si raccapezza più e vive di immagini sbiadite. Meno ingiallite dal tempo quelle juventine, ma sempre tali da far passare la voglia di pallone, di spingerti lontano dallo stadio. Qualcuno è tornato proprio perché per una volta la sofferenza poteva lasciarla a casa. Sono arrivati anche da lontano e sono ripartiti con un velo di malinconia per ciò che non vuole più tornare, con gli occhi pieni di flash colorati con la tinta di maglia preferita. Un dribbling di Claudio Sala, il furore di Annoni. Tutto da conservare gelosamente. Anche la bella faccia del Mondo che sta di nuovo bene e saluta la folla che lo invita ad alzare la sedia.

    Per la cronaca, l'applausometro è andato in tilt quando in passerella è andato Leo Junior, così non ha potuto monitorare l'urlo di metà Comunale (per questi giocatori non si è mai chiamato Olimpico) all'ingresso di Zinedine Zidane. Zizou, colpa degli aerei, è arrivato quasi fuori tempo massimo. Tiratissmo come dieci anni fa, pronto all'uso anche domani. Ha ammesso: «Mi spiace vedere la Juve così. Perché quando sei della Juve lo sei per sempre».


    Altre Notizie