Redazione Calciomercato
Zirkzee si farà: è un grande colpo, ma il Milan ora non dovrà commettere due errori
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Il prezzo del cartellino è fissato: 40 milioni, da spartire tra Bologna e Bayern Monaco in dosi prestabilite. L’ingaggio sfiora i 5 milioni netti a stagione, in linea con età e ruolo dell’olandese che preferisce l’Italia al resto d’Europa. Poi c’è la mediazione di mister Kia, che in questi giorni è diventato il nuovo mostro da sbattere in prima pagina, per scatenare il populismo dei tifosi. Ma solo i fessi possono credere che la decina (o quindicina) di milioni extra, le cosiddette “commissioni”, sia appannaggio unicamente del pur potentissimo procuratore. Certe somme si possono anche stornare e diluire. E tutto nel rispetto delle regole, sia scritte che non scritte del calciomercato.
Buona regola del calcio impone “poi” (anzi, imporrebbe “prima”, ma vabbè…) anche considerazioni tecniche e tattiche. Proviamoci.
Tipo Ibra dei vecchi tempi, tecnicamente Zirkzee è un giocatore delizioso, di rara qualità: completo, a parte la frequenza/gol. Infatti gioca tanto ma non segna tanto. In altri tempi sarebbe stato definito un “9 e mezzo”. Tatticamente, quindi, va inserito in un contesto di centrocampisti che si inseriscono (non a caso il Milan cerca Rabiot), esterni che tirano e difensori eclettici tipo quelli dell’ultimo Bologna. In sintesi: con Rafa Leao ci sarà da lavorare su un’alchimia non banale, ma l’accoppiata fa sognare, anche se meno laborioso sarebbe stato Zirkzee alle spalle di un finalizzatore, tipo Vlahovic o Lautaro.
Comunque, visti e considerati i prezzi che circolano sul mercato, l’olandese vale tutti i soldi della clausola, l’ingaggio pluriennale e anche la commissione. Però. C’è un unico però. Che non è tanto l’interrogativo sul perché la nazionale olandese l’abbia finora ignorato. Succede. Magari dopo l’Europeo non succederà più. “Però” (eccolo…) è un particolare collegato all’evidenza più netta della carriera: per rendere al massimo, Zirkzee deve giocare sempre e sentirsi più che importante, addirittura insostituibile. Non sopporta la panchina. Nè essere messo in discussione. È una sua debolezza, pagata carissima al Bayern Monaco che infatti non lo riprende proprio perché non lo ritiene giocatore da concorrenza con grandi giocatori di grandi squadre. Da giovanissimo non si sentiva apprezzato perfino al Parma. All’Anderlecht si era ripreso grazie alla titolarità. Nel suo primo Bologna, un po’ giocava ma molto di più guardava, dalla panchina o addirittura dalla tribuna.
In questo senso si spiega la strategia rossonera di contornarlo con concorrenza debole di Jovic, più Camarda allievo da far crescere. Istruzioni prima dell’uso: basta osservarle per non restare delusi dall’accoppiata Zirkzee-Milan. Mediazioni e posizioni. Agenti e atteggiamenti. Anche il calciomercato ha le sue rime. E sembra una poesia, come certe giocate proprio di Joshua Zirkzee.