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    Zidane genio e traditore: ha distrutto la forza europea della Juve, ma tornerà...

    Zidane genio e traditore: ha distrutto la forza europea della Juve, ma tornerà...

    • Antonio Martines

    Zinedine Zidane conosciuto anche come Zizou è l'eroe dei due mondi: quello dei bianconeri prima e dei Blancos poi. Uno di quei fuoriclasse capace di scrivere pagine calcistiche indimenticabili nella storia dei due club, che forse sono gli unici al mondo a potersi vantare di un aggettivo che tanto piace ai francesi (guarda caso), soprattutto in ambito calcistico: ovvero quello di eternel (eterno), perché sono gli unici ad aver vinto sempre dall'inizio della loro storia fino ai giorni nostri.

    Zidane arrivò alla Juve su raccomandazione di un certo Platini e ben presto ne divenne l'erede sia in maglia bianconera che soprattutto con quella della Francia, dove superò il maestro, diventando il condottiero che portò alla prima e finora unica vittoria dei francesi nella storia del mondiale.


    Con la maglia dei bianconeri fu un'autentica rivelazione, visto che dopo una prima mezza stagione assai deludente, nella seconda parte esplose letteralmente, dimostrando all'improvviso - proprio quando in molti avevano perso le speranze - di essere uno dei fuoriclasse più eleganti e raffinati con il pallone tra i piedi, tanto da vincere un pallone d'oro, un paio di scudetti, una Coppa Intercontinentale e una Supercoppa Europea.

    Tuttavia fu al Real che trovò la sua definitiva consacrazione, diventando la ciliegina sulla torta di quella che probabilmente è stata la squadra con il più alto tasso tecnico e di spettacolarità di tutta la storia del calcio di club, ovvero i leggendari Galacticos.


    Zidane infatti, nella Juve di Lippi era certamente amato per la bellezza estetica dei suoi colpi raffinatissimi, ma certa critica nostrana lo guardava anche con sospetto, fissata com'era con i dettami tattici dell'epoca, che imponeva l'equilibrio prima di tutto. L'accusa folle che alcuni  malati di tattica muovevano all'immenso Zizou, era quella di essere un giocatore lento che si muoveva soprattutto in orizzontale e che mal si adattava alle brutali accelerazioni in verticale di quella splendida fuoriserie che era la Juve di quegli anni.

    Insomma parliamo della fronda giornalistica del “più divertente che utile”, la famosa frase pronunciata dall'Avvocato, che amava sempre dissacrare un po' i grandi capolavori calcistici; un po' come fece del resto con Baggio, quando lo definì: “Coniglio bagnato”. E cosi quando nel 2001 Florentino Perez gli fece il contratto su un tovagliolo da ristorante, Zizou accettò di trasferirsi, anche se con qualche remora dal punto di vista affettivo, perchè lui era legatissimo alla Signora e fu soprattutto l'altra – la sua – di signora a imporgli il trasferimento a Madrid, visto che non ne poteva più della fredda e compassata Torino.

    Fu qualcosa di epocale, perché scandalizzò il mondo intero trattandosi di quello che fino a quel momento fu il trasferimento più costoso di tutta la storia del calcio, ben 150 miliardi di vecchie lire. Una cifra astronomica e spropositata per gli standard dell'epoca, qualcosa di paragonabile al trasferimento di Pogba allo United, sempre dalla Juve guarda caso... Fu un trasferimento che soprattutto segnò la fine della grandeur del calcio italiano visto che l'addio di Zidane costituì l'inizio di una vera e propria razzia effettuata dai club stranieri ai danni dei tanti fuoriclasse che fino a quel momento avevano popolato la nostra Serie A, che non a caso all'epoca era considerata unanimemente e indiscutibilmente come il miglior campionato del mondo.

    Zidane quindi con la sua partenza, diede avvio al lungo e triste declino del nostro movimento calcistico, un declino inesorabile che dura ormai da ben 18 anni; un declino soprattutto al quale si continua a non porre rimedio, visto che dal 2001 ad oggi, pochissimi passi sono stati fatti dal punto di vista delle riforme infrastrutturali del nostro calcio.

    Ecco perché  quando gli juventini vedono Zidane vanno in tilt dal punto di vista emozionale, perché da una parte pensano a quel fuoriclasse che alla fine dei '90 deliziò con le sue giocate il vecchio Delle Alpi, ma dall'altra rivedono in lui soprattutto il condottiero che ha portato il Real ancor di più nella leggenda (primo club nella storia a vincere due Champions di fila), e la Juve all'ennesima drammatica sconfitta in una finale.

    Per non parlare poi della bruciante sconfitta di martedì sera allo Stadium, uno 0-3 che ha minato profondamente le convinzioni e l'amor proprio della Vecchia Signora, e ha visto ancora una volta trionfare un Real che da Zidane ha preso proprio quell'utilitarismo spietato e letale, che sembra tanto un'eredità culturale della Juve vincente di Lippi, un'eredità che però purtroppo non appartiene più al triste panorama calcistico italiano dell'ultimo decennio.

    Zidane però, non ha mai dimenticato i suoi anni in bianconero, il suo affetto per quei colori è almeno pari a quello che prova per il Real, e forse un suo eventuale ritorno potrebbe avverarsi in un prossimo futuro, anche per provare a farsi perdonare e per restituire un po' di grandezza anche a livello internazionale, visto che la Juve non ha mai più vinto niente dal lontano 1997, ovvero proprio quando c'era ancora lui.

    @Dragomironero
     


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