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Zhang non vuole vendere l'Inter: c'è da preoccuparsi. Aspetta il nuovo stadio, ma il rischio di altre cessioni è alto
In assenza di capitale fresco, che Zhang non può immettere, l’Inter viene gestita in autofinanziamento. Un percorso che sarebbe anche virtuoso, se non riguardasse un club ormai troppo impegnato a livello economico per poterlo attuare senza rinunce importanti. Lo dimostra quanto accaduto nell’ultimo mercato: per autofinanziarsi l’Inter ha dovuto cedere i due calciatori migliori, incassando 180 milioni e reinvestendone appena una quarantina, oltre a beneficiare di una parte del prestito di Oaktree (70 milioni) e a rivalutare il marchio e la libreria storica per 212 milioni (sono passati in un anno da 193 a 405). Queste difficoltà non sono dovute solo agli effetti della pandemia, come qualcuno prova a far credere, ma dipendono in gran parte dalla gestione ambiziosa - diciamo così - del passato. Cosa c’è nel futuro dell’Inter, dunque? Prevedere altre cessioni eccellenti nel mercato del prossimo giugno non è affatto una follia, tutt’altro. Né può ingannare il contratto appena rinnovato da Lautaro Martinez a cifre elevate: niente impedisce di cederlo comunque di fronte a un’offerta che permetta al club e al giocatore di incassare tanto denaro. E comunque di giocatori appetibili dai ricchi club inglesi e dal PSG ce ne sono altri.
La sicurezza quasi arrogante con cui il giovane Zhang ha negato qualsiasi possibilità di cessione dell’Inter è il chiaro segnale che la linea dei proprietari è quella di non mollare. Più che il legame affettivo con il club, sbandierato dalla Cina, a determinare questa loro scelta è la prospettiva di avere la certezza di poter costruire il nuovo stadio. A quel punto l’Inter varrà molto di più e sarà nelle condizioni di essere ceduta a un prezzo notevolmente superiore rispetto a oggi. C’è solo da chiedersi con quali calciatori i nerazzurri debutteranno nel San Siro del futuro.
@steagresti