Zeman non si smentisce.| De Rossi verso l'addio?
Le storie del campionato s'intrecciano con quelle della nazionale: da una parte Conte ha consegnato a Prandelli un giocatore straordinario, forse il migliore del momento, vale a dire Marchisio, autore di una prestazione a cinque stelle nella trasferta di Siena; dall'altra Zeman ha lasciato in panchina De Rossi, il giallorosso più costoso del club, oltre 10 milioni lordi a stagione, per tutta la partita con l'Atalanta. Flebile la giustificazione del tecnico boemo: “L'ho escluso perché in settimana non ho visto in lui la giusta concentrazione”. Per la cronaca ha usato lo stesso metro con Osvaldo e Burdisso. Ma non può mettere fuori squadra uno dei pochi campioni a disposizione o schierarlo fuori ruolo per lasciare il carneade Tachtsidis a fungere da playmaker. Basti considerare cosa è successo nella prima mezz'ora all'Olimpico dove l'Atalanta ha letteralmente umiliato i capitolini creando e sbagliando la bellezza di cinque palle-gol. Logico che il popolo giallorosso cominci a chiedersi con preoccupazione se questo ostracismo non precluda alla cessione di De Rossi nel mercato di gennaio. Le scelte di Zeman non hanno scalfito neanche lontanamente le certezze di Prandelli che a centrocampo schiererà, oltre a Pirlo e Marchisio, proprio De Rossi. In vista del duplice impegno contro l'Armenia (venerdì alle 19 in trasferta) e la Danimarca (martedì alle 20,45 allo stadio Meazza) il ct continuerà a puntare sullo zoccolo duro della Juventus che, ahilui e ahinoi, non ha brillato nelle ultime due uscite in Champions League e in A. Ai bianconeri è andata di lusso pareggiare con lo Shakhtar e battere il Siena. E' il segno di una forza interiore che talvolta maschera limiti fin troppo definiti in fase d'attacco. Dove l'assenza di un grande bomber, alla Trezeguet per intenderci, costringe centrocampisti e difensori ad ammassarsi nella metà campo avversaria e lasciare sguarnita la fase difensiva. Di qui le numerose occasioni da gol lasciate agli uomini di Lucescu e a quelli di Cosmi. La coperta talvolta è corta anche in una squadra che non perde da quasi 50 partite, ha vinto uno scudetto, ne insegue un altro, ma che nel prosieguo di Champions League non potrà più accontentarsi di pareggiare. Una cosa è la Serie A, un'altra la ribalta europea. E la Signora, per quanto formidabile a casa nostra, ne sta prendendo atto a proprie spese. In vetta non è cambiato nulla perché a sera inoltrata il Napoli, sia pure a fatica, ha appaiato la Juventus superando al San Paolo l'Udinese rigenerata da Guidolin. Il feroce turn-over messo in atto da Mazzarri non ha impedito alla sua squadra di subire la reazione degli avversari nella ripresa. A centrocampo le cose non hanno funzionato a dovere. Ed è su questo settore che il tecnico toscano deve lavorare. Decisiva la zampata di Pandev che, nel recupero del primo tempo, ha risposto al precedente pari di Pinzi. E, al ritorno in campionato dopo la sosta azzurra, vivremo un sabato di fuoco con Juventus-Napoli. Alle spalle Inter e Lazio viaggiano a braccetto. Ma che fatica per i nerazzurri avere ragione del Milan in trasferta giocando con un uomo in meno per tutta la ripresa. E' stata guerriglia a San Siro dove la squadra di Stramaccioni, al solito formidabile fuori casa, sette vittorie in altrettante gare, ha tesaurizzato al meglio il gol iniziale di Samuel. L'arbitro ci ha messo del suo cancellando un gol di Montolivo per un presunto fallo di Emanuelson su Handanovic, espellendo Nagatomo per doppia ammonizione, giusta la seconda meno la prima, e negando un rigore ai rossoneri per un fallo di Samuel su Robinho. Il successo penalizza oltre misura il Milan che adesso si ritrova nella parte della classifica con tante recriminazioni. A sua volta la Lazio, dopo aver steso in trasferta un Pescara piccolo piccolo, è sul podio del campionato e può restarci con Klose ed Hernanes che rappresentano il valore aggiunto di Petkovic. Due così ce l'hanno in pochi. Da Firenze arrivano note positive, che vanno al di là della vittoria di misura sul Bologna. Il Catania conferma di essere in grande condizione coniugando gioco e gol. Cagliari e Chievo sono tornate al successo dopo il cambio di panchine.