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    Zeman: 'Mondiali in Qatar perché la Fifa prende 7 miliardi, il calcio è malato'

    Zeman: 'Mondiali in Qatar perché la Fifa prende 7 miliardi, il calcio è malato'

    Zdenek Zeman ha parlato in un'intervista a Quarta Repubblica toccando diversi argomenti che spaziano dai Mondiali in Qatar al caos Juventus, fino ad arrivare alla sua concezione del ruolo di allenatore.

    L'allenatore, in particolare, si è detto contrario alla scelta del Qatar come destinazione dei Mondiali."I mondiali? Li sto vedendo, sono in Qatar perché la Fifa prende 7 miliardi e mezzo. Non li avrei fatti in Qatar per i soldi. Nel calcio di oggi ci sono troppi soldi e troppe promesse, in pochi arrivano a rispettare le promesse fatte". Proseguendo, ha aggiunto: "A me piace il calcio sul campo: i soldi non contano niente. Bisogna guardare il campo, i problemi intorno al campo se li devono risolvere loro: con un sistema giusto va tutto bene, sennò va tutto male."

    Spostandosi sul momento attuale della Juventus, le sue parole sono state: "Penso che la Juventus sia la squadra più rappresentativa nel calcio italiano e nel mondo e quindi quando succede qualcosa con la Juventus si allargano le cose. Penso che il calcio rimane ancora malato e bisogna vedere se si riesce ad aggiustare. Secondo me non è solo la Juventus che ha fatto certe cose. Però, dipende dalla procura di Torino che è la più attiva di tutti». In seguito, il tecnico ha accennato al problema doping: «Si spera che sia finito, anche se WADA ha dichiarato che l’Italia è il Paese con l’uso di doping più alto, in percentuale. Io non ho mai avuto il sospetto che qualcuno dei miei giocatori ne facesse uso." Cambiando argomento, Zeman ha espresso la sua anche sul progetto per lo stadio di San Siro: «A me piace tanto. Di abbatterlo non vedo la necessità». Infine, non è mancato il riferimento alla sua personale visione del ruolo di allenatore: «Non credo che si nasca allenatori, si diventa. Ognuno è diverso, ho cercato sempre di trattare tutti come miei figli, so che è sbagliato, loro non sempre lo hanno capito. Non c’è un giocatore che mi ha fatto impazzire, mi potevano far arrabbiare».

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