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Zeman apre a Cassano: 'Mai dire mai. Verratti? Lo vedo al Barcellona'
Sul raggiungimento del risultato: "È giusto non fare confusione. Anche per me, è importante raggiungere il risultato. Solo che considero fondamentale arrivarci attraverso il gioco, il sacrificio negli allenamenti e soprattutto senza imbrogli. Il calcio italiano malato di doping e scommesse? Spero che la lotta prosegua, c’è la volontà di debellare queste piaghe, che finiscono per influenzare i risultati. Dove girano tanti soldi, purtroppo si muovono molte persone che non agiscono correttamente, pur di perseguire i loro interessi. La partita che mi ha aperto gli occhi è Avellino-Messina e non dico altro".
Sul 5-0 al Genoa: "Il calcio è semplice. Il mio calcio è ancora più semplice. Ho passato solo i concetti di base, evidentemente i calciatori sono stati bravi a capirmi e a mettere in pratica tutto sul campo. Magari ora viene il difficile, perché dovrò cominciare a entrare più nei dettagli. Caprari e Verre già allenati e quindi utili per i compagni? Non esageriamo, meglio non caricarli troppo. Magari si cullano poi sul fatto che conoscono bene il mio calcio e si distraggono. Certo, anche i nuovi mi hanno dato l’impressione di essere disponibili, pronti a seguirmi".
Sulla corsa salvezza: "Finché l’aritmetica non ci condanna, dobbiamo sperare. E, d’altra parte, sperano pure Crotone e Palermo. Come per lo scudetto, pur favoritissima la Juventus, possono ancora crederci Roma e Napoli. Se ho mai sperato di vincere lo scudetto? Certo. Alla guida di Lazio e Roma ero convinto di riuscire a lottare sino in fondo. Comunque, al di là dell’esperienza in tre squadre dove non ho raggiunto l’obiettivo prefissato, ovunque ho lavorato sono andato sempre ben oltre le aspettative di società e ambienti".
I giocatori sui quali ha inciso di più, Totti a parte: "Signori, poi Nesta, che arrivava dal settore giovanile, e Verratti, che ha avuto uno straordinario exploit. Cosa consiglio a Verratti? Saprà scegliere. Lo vedrei benissimo nel Barcellona, anche se nel Psg e a Parigi sta vivendo una splendida avventura".
Su Cassano che dice 'Con tante pippe che giocano in Serie A io sto fermo...': "Ha ragione. Considerata la sua tecnica, pochi reggono il confronto con lui. Ma Cassano e Balotelli sono responsabili del loro destino: se hanno ottenuto meno di quanto potevano, la colpa è solo loro. Io allenatore di Cassano? Dovrei capire quanto posso ottenere da un giocatore come lui. Ma nella vita, mai dire mai".
Obama o Trump? "Obama ha fatto tanto, l’ho potuto apprezzare. Trump è solo all’inizio, per il momento può solo incuriosirmi. Ecco, mi piacerebbe intervistarlo, per scoprirlo a modo mio. Dovrà parlare con i fatti".
Sul calcio cinese: "Mah, non mi ci vedo. Qualche procuratore me l’ha proposto, però ho bisogno di lavorare in un certo modo con i calciatori. E in Cina non potrei creare il rapporto giusto con i giocatori. Per arrivare lì, poi, bisogna essere nel giro dei procuratori".
Il calcio che mi ha ispirato e quello che lo intriga ora: "Kovacs e il suo Ajax. Ora il Barcellona. Anche se la Premier League mi piace per il “clima”, per come se la giocano. Prima Ranieri e ora Conte lì hanno fatto grandi cose.
Il presidente al quale è più legato: "Casillo. Tra i tanti impegni che aveva, in quel Foggia lasciava fare a me e al d.s. Pavone. Si creò un rapporto stretto tra noi e il presidente".
Sul tradimento nel calcio: "A Messina mi proposero un contratto pluriennale, però preferii passare al Foggia. Più che un tradimento, si trattò di una scelta al termine di un vincolo annuale tra me e il club".
Le società che si sono arricchite di più dalle cessioni dei giocatori valorizzati da Zeman: "In tempi e valutazioni diversi, il Foggia e, in particolare, la Roma, che piazzò bene Lamela, Marquinhos e Osvaldo. L'attaccante più forte che ho avuto? Tanti, non faccio nomi. Ma perché non parliamo dei difensori? Con me sono arrivati nelle nazionali Negro, Favalli, Nesta e Chamot".