Zazzaroni: Arbitrare significa non dover mai dire 'mi dispiace'
di Ivan Zazzaroni
(zazza.blog.deejay.it)
Il titolo lo dedico all’arbitro che sbaglia l’impossibile, Rocchi di Bologna-Milan, e a fine partita chiede scusa all’allenatore ingiustamente condannato a torti, Pioli: apprezzo il gesto, ma probabilmente sono tra i pochi a non ammettere gli orrori di chi è tenuto a giudicare un episodio, due, tre, una gara, e non mi spingo oltre: o sei in grado di prendere decisioni oppure devi cambiare mestiere. L’errore è concesso a tutti; l’orrore, peraltro ripetuto, no.
Il resto del post è su Nunca digas Nunca, mai dire mai Luis Enrique. Tutti si riempiono la bocca con la parola “progetto” ben sapendo che i progetti non sono sviluppabili senza il sostegno dei risultati. Il nostro è il calcio dell’auditel: se hai una buona idea, innovativa anche, ma non porti a casa i punti (di share) richiesti ti chiudono il programma, licenziano, rispediscono a casa. E’ la legge della giungla. Crudele, per certi versi demenziale e inaccettabile. Ma è la legge. Oltretutto l’auditel è discutibile, il risultato del campo insindacabile. Scrivo prima di Roma-Juve – una sta malissimo, l’altra da dio -: Zichichi ha un sacco di assenze: compito facilitato.
PS. Le scuse, quelle realmente accettabili, le dovrebbe formulare Seedorf dopo aver rivisto alla tele il suo colpo di mano. Clarence è un campione corretto. Lo farà.