Zazzaroni: mercato, voti e vuoti
Tevez ci manca già: c’eravamo affezionati. Consoliamoci con i più del mercato di gennaio: i meno li detterà la classifica.
Il più attivo: Preziosi. Ha comprato una squadra nuova: Gilardino, Sculli (Beppe is back), Carvalho, Belluschi, Biondini e tale Polo. Si è liberato di pezzi più o meno utili – singolare l’operazione di “andata e ritorno” di Merkel. Subito dietro, al solito, Zamparini: anche per lui una mezza dozzina di acquisti – Mehmeti del Malmoe la scommessa: un’ipotesi di Ibra.
Il più creativo: Galliani, e chi se no. Senza i denari, s’è arrangiato: è stato capace di ammettere pubblicamente e orgogliosamente di aver raggiunto un accordo con un giocatore non in scadenza: Tevez. Col quale si è fatto fotografare in Brasile. Ha servito Pato a Leonardo e ingoiato – a Londra – il suo raggelante rifiuto; poi, dopo aver subìto i rimproveri pubblici dello sceicco del City, ha “sequestrato” per giorni in un hotel milanese l’amante calcistico (Lopez) chiedendogli di pazientare ancora un po’: il disturbo sarebbe stato comunque pagato. Ha scandito “O Tevez o nessuno” prima di aggiungere al gruppo Mesbah, Maxi Lo, Merkel e Muntari. Il dirigente più abile del mondo, ma anche quello al quale tutto è permesso. Il più insistente: sempre Galliani. Abbiamo il sospetto, fondato, che Tevez possa ‘non’ arrivare anche a febbraio, marzo, aprile e maggio.
Il più lucido: Marotta. Conte gli ha chiesto “uno per reparto, già pronto e da corsa e rincorsa scudetto”. Il dg ha bloccato Pizarro, poi finito a Manchester, e trattato Nainggolan, Behrami, Guarin, distrattamente Palombo. Ha “chiuso” per Cacères, Padoin e Borriello. In meno di un anno è passato dalle dimissioni invocate alle dismissioni: s’è tolto i pesi Amauri, Iaquinta, Sorensen, Motta, Toni.
Il più confuso: Moratti. Prenotati Juan e Kucka, per una settimana ha pensato seriamente a Tevez e se il City avesse accettato la sua prima offerta l’avrebbe preso volentieri. Diviso tra Branca e Ausilio (gli interessati negano) ha mollato l’incedibile Motta per 10 milioni (bel colpo, però) e si è accontentato di Guarin che da anni non gioca più di dieci, dodici partite dall’inizio, e Palombo. Juan il talentino che avrebbe voluto prestare al Bologna a o al Novara. Pardòn, non essendo una pratica regolare, gliel’avrebbe fatto prendere per cinque mesi.
Il più pratico e misurato: Cellino. Dessena e Pinilla, dentro subito.
Il più in bolletta: dai dirigenti del Novara a quelli di Lecce, Chievo, Siena e Cesena che hanno dovuto fare di necessità virtù affidandosi ai vecchi lupi di fascia A 2: Caracciolo, Mascara, Blasi, Delvecchio, Miglionico, addirittura Bojinov di ritorno, Iaquinta. I Mezzaroma hanno tentato Inzaghi, 39, che all’ultimo ha rifiutato.
Il più pressato: Corvino. Amauri e Olivera per accontentare Delio Rossi e parzialmente la piazza.
Il più ‘dotto’: Guaraldi (con Zanzi). Pioli voleva un paio di difensori per la linea a tre e una seconda punta. Castaignos, l’obiettivo numero 1, non si è concesso, Gimenez non se n’è andato e il risultato è stato Rubin con Sorensen, Belfodil (non è una medicina) e Riverola per luglio.
Il più orientale: Lotito. Ha ceduto Cissé a Gianni Paladini del QPR e Sculli a Preziosi, si è concentrato su Honda, il quale per un po’ ha pensato che in un club con un presidente dal cognome giapponese avrebbe potuto sfondare. Saltato pure il sushi. Candreva il ripiego.
Il più estroverso: Sabatini. Come al solito, WS ha battuto i terreni meno esplorati (dagli incompetenti): Marquinho un’invenzione, come Lopez e Ferrante, due giovani. Spiazzante anche Gino Pozzo, che ha portato a Udine Franchone, Fernandes, Carrasco e Pazienza.
Il più lungimirante: Bigon: Edu Vargas tra un anno potrebbe essere la rivelazione della Serie A, ma il Napoli da ottavo di Champions e semifinale di coppa Italia aveva e ha bisogno di soluzioni immediate.
I voti: 7,5 alla Juve; 7 a Genoa e Palermo; 6,5 a Milan e Lazio; 6 + a Fiorentina e Udinese; tra il 5 e il 6 al resto della compagnia. Inter da rivedere più volte.
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