Zaza, i retroscena di una cessione richiesta e sfiorata a gennaio
Decidere una sfida scudetto da subentrante, con un sinistro disperato a due minuti dalla fine… è niente male. Non dimenticherà questa notte Simone Zaza, l’uomo che ha pugnalato (con deviazione) il Napoli di Sarri eppure poteva essere dall’altra parte d’Europa. In Inghilterra, magari. Dove a gennaio più società hanno fatto di tutto per prendere quell’attaccante che aveva fatto innamorare mezza Italia a Sassuolo, offerte e rilanci importantissimi di fronte a un muro assoluto. Quello della Juventus e di Max Allegri, che si tengono stretto un centravanti affamato e cattivo come pochi. Che quando conta sa esserci. Con quel gol al Napoli che diventa il più importante fin qui della sua carriera.
OFFERTE RIFIUTATE - Un gennaio di fuoco, dicevamo. Con tanti retroscena: a fine dicembre, Zaza ha chiesto ufficiosamente ai dirigenti bianconeri di poter andar via. Un colloquio informale, tranquillo, dovuto alla volontà di Simone di mettersi in mostra e non essere una semplice riserva che avrebbe aritmeticamente perso il posto agli Europei. E la Juve? Ha ascoltato tutte le offerte: il West Ham prima, il Crystal Palace poi, fino a 25 milioni con bonus. Anche due telefonate del Watford dei Pozzo: “Simone, vieni in Premier?”. Lui avrebbe detto sì, giù la maschera. Non fosse che Allegri ha bloccato tutto: Zaza non va via, quando gioca segna e a questa Juve in rinascita avrebbe potuto essere utilissimo, parola di Max. Detto, fatto. Zaza ci ha parlato, si è convinto, ha declinato la proposta del Palace che era pronto a tutto pur di prendere Simone. E ci è andato veramente vicino.
FATTORE PARATICI - Se la Juve ha fatto muro è merito di Allegri, della maturità di Zaza che ha capito quanto alla lunga potesse aiutarlo più combattere alla morte per un posto in bianconero anche negli spezzoni piuttosto che rischiare un’esperienza in una medio-piccola inglese, ma anche di una dirigenza come sempre all’altezza. Nel destino di Zaza c’è Fabio Paratici: lo aveva preso lui alla Sampdoria, poi portato alla Juventus quando lo volevano sia il Milan che l’Inter. Blitz e colpo piazzato, il ds bianconero da quando Simone era poco più di un bambino è sempre stato innamorato della sua fame, la voglia di arrivare, la testa solo e soltanto al calcio. Quello fa la differenza, nelle idee di Paratici e Marotta. Che coccola Zaza, lo prenota per la Juve, sacrifica Gabbiadini per lui e lo gestisce con intelligenza girandolo al trampolino di lusso Sassuolo. Oggi, Zaza per la Juve è un’arma. Un’arma scudetto, forse. Sicuramente, non un cedibile. Con tanti saluti alla Premier.