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    Zaniolo: 'Ho pianto una settimana per la Fiorentina. Io bandiera della Roma...'

    Zaniolo: 'Ho pianto una settimana per la Fiorentina. Io bandiera della Roma...'

    Nicolò Zaniolo dice tutto. Il giocatore della Roma si è raccontato ad asroma.com, sito ufficiale della società giallorossa. Dal retroscena sulla Fiorentina alla vita privata. Di seguito i passaggi principali dell’intervista: 

    RICORDI SUL CALCIO - “Avevo tre o quattro anni, non ero ancora iscritto a una scuola calcio, ma appena vedevo una cosa per strada la prendevo a calci. Poi quando sono cresciuto ho iniziato ad andare a vedere mio padre Igor che giocava e lì è nata definitivamente la passione: mi piaceva vedere i tifosi esultare ai gol, vivere il campo la domenica”.

    IDOLI - “Il mio idolo è sempre stato Kakà, mi appassionava il suo stile di gioco, era bello da vedere quando toccava il pallone”.

    ESORDI - “A che età ho capito che avrei fatto il calciatore? Non saprei, ho sempre pensato a divertirmi e a giocare. Nella mia carriera tra le giovanili non ho avuto certezze, anzi: più delusioni. Non c’è un momento in cui ho pensato “ce la faccio”. Nemmeno adesso ci sto pensando, ti dico la verità. Voglio solo allenarmi e giocare. Ho iniziato al Genoa e poi sono andato alla Fiorentina, partendo con gli Esordienti. Sono arrivato fino agli Allievi e alla preparazione estiva con la Primavera. Poi mi hanno comunicato che non c’era posto per me…”.

    FIORENTINA - “Se quell’episodio mi ha demoralizzato? Sì. Dopo sette anni trascorsi lì mi ero fatto i miei amici, mi sentivo in famiglia. È stata una doccia fredda e ci ho pianto una settimana intera. Poi mi sono rimboccato le maniche. Sono andato all’Entella, vicino casa e alla mia famiglia, e da lì è nato tutto”.

    ENTELLA - “Se ho pensato che non sarei diventato calciatore? Sì. Nel primo mese alla Virtus Entella. Ero in Primavera e non giocavo, dovevo ancora ambientarmi, ero arrivato a preparazione già finita. Mi ritrovai nel bar di mio padre a La Spezia, che piangevo. Gli dicevo “se non riesco a giocare qui, forse devo fare qualcos’altro nella vita”. E lui mi rispose: “Fai l’ultima settimana, a mille, fatta bene, senza pensare”. L’ho fatta e da lì non sono più uscito”. 

    ESORDIO COL REAL - “Il mister fece la riunione tecnica alle 11. Non annunciò la formazione, ma mi disse che voleva parlarmi a fine riunione. Lì mi comunicò che avrei giocato, mi chiese se ero pronto. Io gli ho detto di sì. Invece di riposare, sono stato tutto il giorno in camera a guardare il soffitto. Poi una volta arrivato allo stadio, ho pensato solo a giocare e a fare quello che sapevo. Quando sei in campo pensi solo a quello. De Rossi è venuto a dirmi di stare tranquillo. Di giocare come sapevo, a due tocchi. Anche Totti è venuto a dirmelo. Com’è cambiata la tua vita dopo quella partita? Sono cambiate le attenzioni nei miei confronti. E anche nei confronti delle persone che mi stanno attorno. Però voglio che si parli molto di più di me e di quello che faccio in campo, rispetto a quello che c’è fuori. A me piace molto il calcio, questa è la mia passione. Sono contento della mia stagione e spero che continui così”.

    COL PORTO - “È un’emozione che ancora adesso non riesco a descrivere. Forse non ho ancora realizzato quello che è successo la scorsa settimana. Ora però devo allenarmi, penso a quello: andare forte sul campo per avere altrettante soddisfazioni”.

    TOTTI - “Fare paragoni con lui è davvero una forzatura. Sono onorato anche solo dell’accostamento, ma io ancora non ho fatto niente. Totti era troppo forte, vedeva la giocata due ore prima degli altri, era impressionante. Io sono timido, mi vergogno ad andare a parlarci e per questo non gli ho mai chiesto niente direttamente, ma è sempre venuto lui a darmi dei consigli”.

    BANDIERA - “Alla fine giocando in squadra con De Rossi e Florenzi, o vedendo a quello che ha fatto Totti, capisci quanto si può essere attaccati a questa squadra e a questi tifosi. Sarebbe un sogno fare le stesse cose. Io ora penso ad allenarmi e a giocare".

    KOLAROV - “Alex è esperto, fortissimo, conosce le dinamiche. Sa cosa può succedere a un ragazzo che è sulla bocca di tutti. Se dovesse vedermi con la cresta alzata farebbe bene a tirarmela giù. Lui è un esempio nello spogliatoio e in campo. Ha ragione”.

    ALLENAMENTI - “Dove ti giri ti giri ci sono i campioni. Mi ispiro ai più esperti, ai senatori, a De Rossi, Manolas, Kolarov, Dzeko. Sono i miei esempi”.

    MIGLIOR CONSIGLIO - “Mio papà mi dice che si fa presto ad andare in alto, ma ci si mette ancora meno ad andare in basso. Me lo ripete in continuazione, “non montarti la testa”, soprattutto adesso. E mi dice anche “ricordati come stavi quando la Fiorentina ti ha mandato via””.

    ALLA ROMA - “Non ho fatto la preparazione estiva con la squadra perché ero impegnato nell’Europeo e nemmeno la tournée. Quando sono tornato ero il nono centrocampista e l’idea di andare sei mesi o un anno a farsi le ossa c’era. La Società ha creduto in me, però, e anche il mister. Devo ringraziarli per questo. Spero di continuare a dimostrare che la fiducia data non è stata persa. Di Francesco ogni giorno mi dà consigli, mi dice come muovermi, anche fuori dal campo. Lo ringrazio per tutte queste possibilità”.

    MONDIALE - “Giusto ieri parlavo con Daniele delle emozioni vissute con la vittoria del Mondiale. E mi è venuta la pelle d’oca. Questi sono giocatori da cui devo prendere spunto per far bene. Un giorno, magari, spero di riuscirci anch’io. Ma non ci sto pensando ancora”.

    SOCIAL - “Sono nato nell’era dei social media ed è difficile non utilizzarli. Ti ci diverti, ma so che bisogna stare attenti. La gente è andata a ripescare dei post che ho fatto cinque anni fa quando avevo tredici anni”.

    GIORNATA TIPO -“Mi sveglio, faccio colazione con mia mamma. Mi porta all’allenamento e mi viene a riprendere. Poi ogni tanto ultimamente vedo la mia ragazza, che ho conosciuto qua. E niente, così. Niente videogiochi? No, non mi piacciono. Il mio hobby è uscire con gli amici, parlare di cavolate e scherzare con loro. Non sono diventato famoso, ma sono sotto gli occhi di tutti sì. So che sono giovane, sto facendo bene in una piazza così importante. Devo essere bravo a gestire tutto questo. Se ho ancora gli stessi amici di prima? Sì sì. A Capodanno ho preferito restare con loro, piuttosto che andare in vacanza. Ho fatto una cena con loro a La Spezia, siamo stati bene”.

    AI TIFOSI DELLA ROMA - “Li ringrazio per il sostegno. Spero di continuare così e centrare assieme a loro i nostri obiettivi”.
     

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