Il lapidario comunicato stampa parla di 'motivi strettamente personali'. La retorica comanda sempre in queste situazioni, ma se Sabatini si è dimesso dall'incarico di direttore sportivo del Palermo la verità è un'altra. Le divergenze tecniche, già dallo scorso gennaio, hanno aperto qualche crepa, adesso diventata una spaccatura. A Zamparini non vanno giù i risultati magri della squadra: il presidente non vuole sentire rimostranze sull'età media molto bassa dei giocatori. A suo dire, questa è la 'miglior squadra mai avuta'. Opinabile; è certo che il patron non sopporta di trovarsi a tre punti dalla zona retrocessione.

In questa stagione le frizioni sono state diverse. Dalla sconfitta sul campo dello Sparta Praga fino ad arrivare ai malumori durante e dopo la gara persa con la Lazio. Sabatini, nonché l'altro componente principale dello staff tecnico, l'allenatore Rossi, non amano ingerenze tanto veementi e soprattutto gli strali rivolti in privato ma soprattutto in pubblico. Il dirigente umbro covava da tempo una decisione così radicale, e ha agito nel momento in cui non ha retto più la tensione.