Una delle tante regole non scritte che governano il mondo del calcio vuole che per superare una delusione o un momento di sbandamento non ci sia migliore cura del tornare subito in campo per giocare. Francamente, dopo aver visto la delusione dipinta negli sguardi dei giocatori rosanero nel viaggio di ritorno da Milano, lo sforzo da fare sarà notevole. Se, infatti, il Palermo può legittimamente andare orgoglioso di aver messo alle corde con gol, azioni e gioco la squadra campione del mondo, resta il rimpianto per non aver portato a casa i tre punti.

Lasciamo perdere che Zamparini, piuttosto che fare i complimenti alla squadra, non ha perso occasione per criticare Rossi in una sistematica opera di logoramento che certamente alla fine dell'anno porterà al divorzio dell'allenatore più vincente della storia rosanero. Ormai a questo stillicidio tutti hanno fatto il callo. Pensiamo piuttosto alla capacità di reazione che la squadra saprà mettere in campo questa sera contro un'altra grande, o forse sarebbe meglio dire ex grande, del nostro calcio.

C'è un giocatore che è atteso più di tutti. Si tratta di Pastore, chiamato a riscattare la prova di San Siro contro l'Inter. Sia chiaro, sbagliare un rigore capita a tutti, colpire un palo da posizione più che favorevole è un misto d'imperizia e di sfortuna, ma non sono certo gli episodi ad aver influito nella prova del Flaco. Pastore era atteso come un protagonista e invece ha giocato una gara insufficiente. Ecco che per lui arriva subito la possibilità di rifarsi, di prendersi la rivincita e tornare a dimostrare tutto il suo vero valore che resta comunque indiscutibile.

(Repubblica - Edizione Palermo)