Zamparini e Rossi:| Sono ai ferri corti
Se i bookmaker quotassero la permanenza di Delio Rossi sulla panchina del Palermo anche il prossimo anno, così come stanno facendo sull'esonero di Rafa Benitez, all'indomani del pareggio di Bari avrebbero visto la quota schizzare verso il basso. Sì perché è indubbio che Zamparini e il tecnico rosanero a cui scade il contratto a fine stagione sono ai ferri corti. Sentirsi definire "un allenatore senza palle", così come lo ha descritto sulla "Gazzetta" Zamparini commentando l'1 a 1 del San Nicola, non deve essere stato piacevole per Rossi che non più tardi di sabato era stato chiarissimo. "Non è un contratto che mi tiene in un posto - aveva detto Rossi prima della partenza per Bari - Il problema è che mi devo sentire al centro del progetto tecnico della società altrimenti è meglio cambiare area".
Ora non è facile dire quanto Zamparini lo ritenga al centro del progetto tecnico del Palermo. Sicuramente le ultime esternazioni del dirigente rosanero non aiutano. Ma Zamparini è fatto così e lo insegna la storia rosanero. Il presidente tende a farsi del male quando le cose girano al meglio. Guarda caso era capitato così anche con Guidolin quello che, prima dell'avvento di Rossi, era stato l'allenatore più vincente della storia rosanero. Il copione si sta ripetendo anche ora e la possibilità di un divorzio, o sarebbe meglio dire la preoccupazione visti i risultati ottenuti da Rossi in questi anni, aumenta.
Il fatto è che Zamparini passa da un giudizio all'altro con grande fretta. Quello che una domenica è un allenatore senza palle, la domenica dopo è l'allenatore più coraggioso che esista. "Rossi resta con noi al novantanove per cento. Quindi resta - ha detto a mente più serena - anche se è in contrasto perenne con il suo presidente. Ieri, però, meritava 3 così come con il Parma 10+ ed a Napoli 2 meno meno con quel cambio al 95', anche se questi sono segnali del destino".