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Zambrotta: "I chirurghi mi chiedono come faccio a camminare. La gioia più grande contro l'Inter, il dolore contro il Milan"
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"I chirurghi mi guardano e mi chiedono come faccio a camminare. Il problema si è accentuato nel tempo, dovuto sia ad una certa esposizione genetica sia al fatto di non avere appunto i menischi interni. Forse avrei dovuto metterci mano prima. A breve mi opererò a entrambe le ginocchia. Sono andato a farmi vedere da tre o quattro chirurghi importanti a livello nazionale e non si spiegano come possa avere queste ginocchia e come possa riuscire a fare attività fisica come, per esempio, il padel. In che cosa consiste l'operazione? Dovrò fare una osteotomia. In pratica mi raddrizzano le gambe tagliandomi delle piccole parti di osso sopra e sotto e inserendomi delle placche per cercare di non mettere già ora una protesi totale, anche se quest'ultima toccherà inserirla fra qualche anno".
Non è mancato lo spazio per il racconto di una serie di aneddoti: "Lo scudetto del 5 maggio 2002 è stato quello più emozionante. I giocatori dell'Inter hanno avuto paura. C'è stata una grandissima festa dopo due anni in cui arrivavamo secondi. Conte era tra i più scatenati. Una grande delusione? La finale Champions persa l'anno dopo contro il Milan a Manchester. Abbiamo avuto la sfortuna di non avere Nedved che era una furia in quegli anni, vinse anche il Pallone d'Oro. Come ha raccontato Lippi nessuno voleva tirare i rigori, tutti scappavano. Perché non sono sceso in Serie B come altri? Non ho mai ricevuto una proposta per farmi rimanere con un contratto a vita, altrimenti l'avrei almeno valutata. Mi dispiace sentirmi dare ancora oggi del traditore o del mercenario".









