Zambrotta: 'Allegri deve uno scudetto al Milan. Ibrahimovic voleva picchiarlo'
Si intitola "Una vita da terzino" ed è il titolo dell'autobiografia di Gianluca Zambrotta. Tanti gli aneddoti presenti nel volume come tanti sono anche i cosiddetti "sassolini" che l'ex terzino di Juventus e Milan ha voluto togliersi dagli scarpini. In una delle anticipazioni riproposta da Goal.com Zambrotta punta fortemente il dito verso l'ex allenatore del Milan, Massimiliano Allegri, reo di aver fatto perdere uno scudetto (il primo dell'era Conte alla Juventus) ai rossoneri: "Ho avuto problemi con Allegri al secondo anno, quando abbiamo perso lo scudetto per una gestione sbagliata dello spogliatoio. Devi avere tutti i giocatori che remano nella tua parte per vincere, Allegri invece in una gara decisiva disse chiaramente che se avesse avuto solo 14 calciatori sarebbe stato lo stesso. Allora mi sono guardato in faccia con Ibrahimovic per dire: ma questo che sta dicendo? In quell'occasione abbiamo perso lo Scudetto".
Anche il rapporto fra Allegri e Ibrahimovic, rivela Zambrotta, non era minimamente vicino alla pacata convivenza. L'attuale allenatore del Chiasso, infatti, racconta: "Oppure con l'Arsenal, dopo aver perso 3-0, Allegri ci fece comunque i complimenti, non è stata una grande mossa. Ibrahimovic si arrabbiò e quasi vennero alle mani nello spogliatoio".
Zambrotta rincara la dose parlando anche di un suo ex compagno di squadra come Luca Antonini, costretto da Allegri a lasciare il club: "Il terzino ora al Genoa venne costretto a chiedere la cessione la scorsa estate dopo che Allegri lo aveva praticamente isolato nel corso degli allenamenti estivi. In un Milan che ha all’interno del suo gruppo sempre meno giocatori che sanno cosa voglia dire appartenere alla maglia rossonera, uno come Antonini, che ha pianto quando ha dovuto lasciare il Milan, forse avrebbe fatto comodo e non solo come uomo spogliatoio".
La chiusura va alla Juventus e a quella mancata conferma post-Calciopoli che ancora brucia: "Quando ero al Bari avevo avuto gia un contatto con Galliani per andare al Milan, poi Moggi sborsò 30 miliardi e arrivò prima dei rossoneri. Probabilmente nel 2006 sarei rimasto anche se c'erano Barcellona, Real e Milan che mi volevano. Nessuno della dirigenza però è venuto da me per farmi sentire importante, e alla fine sono andato via".