Zakaria e il gusto di allungarsela. Per cosa è stato preso e come giocherà con Locatelli
ZAKARIA LIBERA LOCATELLI? SÌ, MA IN CHE SENSO? - Per capire quale tipo di contributo offrirà l’ex puledro di Adi Hutter, potremmo innanzitutto discutere di un’ idea che sta avendo discreta fortuna, ma che di fatto è solo parzialmente corretta. Cosa si sostiene: si pensa che, con Zakaria, Locatelli potrà sganciarsi più di quanto non abbia potuto fare finora (nome a caso…) con Bentancur.
Torniamo a Roma-Juve, partita sbloccata dai cambi Morata per Kean e Arthur per l’uruguaiano.
Il gol che fece Locatelli non nasce da un cambio di sistema, ma da uno scambio di compiti degli interni di centrocampo, possibile grazie all’ingresso di Arthur. Con un palleggiatore come il brasiliano in reparto, Locatelli poteva appunto diventare più offensivo, alzandosi a ridosso delle punte o inserendosi oltre la difesa avversaria.
Potrà Zakaria garantire ancora meglio di Arthur questa soluzione? La risposta istintiva è sì. Tutti sappiamo che Zakaria non solo è bravo a costruire (è uno dei tre centrocampisti della Bundesliga che in questa stagione hanno completato almeno il 90% dei propri passaggi), ma è anche e forse soprattutto un giocatore in grado di coprire benissimo il campo grazie a una facilità di corsa impressionante. In sostanza, a differenza di Arthur garantirebbe anche molto più filtro, e questo sia qualora fosse lasciato solo in mezzo a chiudere buchi vari sia in un normale ripiegamento, al fianco di Locatelli.
DIFENSIVO? OK, MA IN CHE SENSO? - Tant’è vero che in Germania, proprio per questa sua predisposizione, all’occorrenza Zakaria veniva impiegato anche da centrale difensivo. Raramente ma è successo, ad esempio in questo caso contro il Dortmund, quando sulla panchina del Monchengladbach sedeva ancora Marco Rose.
Ma Marco Rose è un allenatore diverso da Allegri, al tedesco interessano certi azzardi in costruzione. E così Zakaria nei 3 dietro di questo 3-5-2 era essenzialmente un costruttore in più. Una funzione per migliorare il palleggio della squadra.
Zakaria poteva perciò permettersi il lusso di ‘switchare’ fra i due ruoli a piacimento, generando improvvise superiorità numeriche e giochi di posizione in mezzo al campo. Qui sotto il 3-5-2 si trasforma in un 3-2-2-4 (col portiere Sommer che entra nel sistema e i braccetti che si aprono). È leggibile il 7 vs 5 che si viene a creare e che facilita la costruzione ragionata della squadra di Rose.
Insomma Zakaria non è un Tudor, un centrale che può essere impiegato anche a centrocampo senza problemi, non è il Mancini di Fonseca, ma è un centrocampista completo che all’occorrenza può venire arretrato da falso centrale, se il suo allenatore si sveglia fricchettone.
IN REALTÀ… - In realtà Zakaria ama sganciarsi molto anche lui. Ecco perché andrei cauto sulla ripartizione dei compiti fra lo svizzero e Locatelli. Non pensate a uno Zakaria bloccato con Locatelli che si sgancia sistematicamente e si sfoga per questi mesi di triste cattività bianconera. Manuel viene ‘liberato’ ugualmente da Zakaria, anche se continua a occuparsi principalmente di regia bassa, perché acquista un compagno di reparto sì complementare, ma in grado tuttavia di occuparsi delle stesse cose altrettanto bene. Entrambi potranno costruire e invadere, inserirsi, scambiandosi vicendevolmente i compiti in base alla situazione.
Ho preso l’azione del gol di Zakaria contro il Dortmund (sesta giornata della Bundes di quest’anno), per mostrarvi anche una certa spensieratezza del giocatore. In panchina, al posto di Rose, siede Adi Hutter, il mister che allenava Rebic, Jovic e Haller a Francoforte. Sistema utilizzato in questa occasione: il 3-4-2-1, nel quale Zakaria è in coppia a centrocampo con Koné. Ebbene, in una situazione come questa, col compagno di reparto già sopra palla e ‘fuori posizione’, Zakaria non si fa scrupoli, apre a Ginter e si inserisce alle spalle di Dahoud incrociando e quasi sovrapponendosi al taglio già avviato della sottopunta Hofmann.
Un eccesso? Mah, in realtà Hofmann porta via Witsel col suo taglio e l’inserimento di Zakaria viene premiato dalla palla intelligente di Ginter.
E qui una caratteristica di Zakaria, che tecnicamente è forte e a volte è pure sorprendente per quanto è agile, ma ecco, non è ai livelli di Pogba, per dire. Certi controlli nello stretto non gli riescono sempre perfettamente.
Spesso se la allunga, e allora si aprono a compasso queste lunghe leve che si ritrova, e va a contendere palloni in conduzione che per altri sarebbero già persi. Così o arriva prima di un soffio e continua il suo slalom stranissimo o va a contrasto. Sembra ci provi gusto, quasi. E a contrasto è difficile che perda il rimpallo. Vuoi per fortuna come qui sotto (Hummels esce e la tira contro lo stinco di Bellingham, favorendo di nuovo la corsa di Zakaria verso la porta), vuoi per la fisicità stessa che lo caratterizza.
È un giocatore che per quanto alto è singolarmente snodato. La sua corsa, fra gli ostacoli che incontra, è capace di fare linee spezzate che non ti aspetti. In tutte le zone di campo, voglio dire, persino dentro l’area avversaria.