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Zaire-Emery dopo Bellingham, la strategia vincente del Dortmund. E il PSG teme un altro Coman
RIQUI PUIG STA SPRECANDO IL TALENTO: E' PIU' GRANDE DELLA MLS, AVEVA RAGIONE GATTUSO
IL CORAGGIO DI OSARE - Se c'è una cosa che spesso viene rimproverata ai club italiani, anche ai top, è quella di non sfruttare a pieno gli introiti delle cessioni importanti prediligendo il mantenimento degli equilibri di bilancio. Una tendenza che il Milan in queste settimane sta provando a invertire avendo già dato fondo tra Loftus-Cheek e Pulisic a circa metà della cifra incassata dal Newcastle per la cessione di Tonali (70 milioni più 10 di bonus dal Newcastle). Una recriminazione che al Borussia non può certo essere certo fatta, perché le grandi cessioni dei gialloneri sono sempre arrivate da grandi investimenti. Il coraggio di spendere e la lungimiranza di andare a investire cifre anche ingenti per giocatori prima della loro definitiva esplosione: è così che con i 64 milioni di Aubameyang (pagato 13) e i 135 milioni di Dembele (pagato 35 un anno prima) tra gli altri arriva Sancho dal City per poco più di 20 milioni, poi rivenduto a 85 milioni; con i 64 milioni di Pulisic (prossimo acquisto del Milan) arriva Diallo per 28 e un anno dopo anche la sua cessione per 32 milioni al PSG porta all'acquisto di Haaland (20), rivenduto a 60 e sostituito con Haller e Adeyemi. Qualcuno obietterà: 'semplice investire avendo a disposizione ingenti somme'. Ma a Dortmund questa linea è stata portata avanti anche in annate senza grandi cessioni. Prendete la stagione 2020/21, la 'grande' partenza dell'anno è Omer Toprak al Werder Brema per 4 milioni seguito da Leonardo Balerdi al Marsiglia in prestito oneroso a 1 milione (l'anno successivo il riscatto a 11 milioni): in quell'anno arriva un giocatore affermato come Emre Can per 25 milioni dalla Juventus, ma vengono anche spesi oltre 30 milioni di euro per strappare al Birmingham l'allora 17enne Jude Bellingham, che oggi fa la nuova fortuna del Dortmund.
ZAIRE-EMERY E LO STOP CHE L'HA PORTATO AL PSG: A 16 ANNI E' NELLA STORIA DELLA CHAMPIONS
SIMBOLO DEGLI ERRORI PASSATI - Per il Dortmund spendere bene vuol dire scommettere sul futuro e sulla capacità di raffinare ogni talento grezzo fino a renderlo un diamante prezioso. Non stupisce quindi che su questa scia il prossimo obiettivo individuato sia quel Zaire-Emery che ha scritto la storia diventando, contro il Bayern Monaco, il più giovane titolare in una fase a eliminazione diretta della Champions League. Contatti avviati sia con il giocatore sia con il PSG riferisce la stampa francese, con il club della Vestfalia pronto a mettere sul piatto anche cifre importanti per portare a casa un'altra pepita. E cifre importanti ne servono, perché questa volta convincere il Paris Saint-Germain a privarsi del classe 2006 è tutt'altro che semplice. Vero che il PSG sta facendo una campagna acquisti molto importante che necessità anche di uscite per essere sostenuta, ma su Zaire-Emery la proprietà qatariota si gioca anche una partita di immagine: non solo perché ora l'ambiente parigino è rovente per il caso Kylian Mbappé, Warren è diventato il simbolo di tutti gli errori del passato. Vividi nella memoria dei tifosi del Paris i tanti prospetti passati dall'academy della società e mai realmente valorizzati. Citiamone alcuni. C'è chi è stato sacrificato a cifre a malapena sufficienti (Diaby, per 15 milioni al Leverkusen), qualcun altro ha trovato spazio in prima squadra per poi fare altre scelte (Rabiot, a zero alla Juve), altri non hanno mai avuto davvero una chance a Parigi per poi consacrarsi altrove (Guendouzi e soprattutto Maignan, campione di Francia con il Lille e d'Italia con il Milan). Un altro precedente eclatante è quello di Kingsley Coman, che a 17-18 anni si affacciava alla Prima squadra per poi trasferirsi a parametro zero alla Juventus nel 2014, che in un solo anno riuscì a valorizzarlo e a rivenderlo al Bayern Monaco. Errori che a Parigi non possono e non devono essere più commessi, perché l'acquisto smodato di campioni ha sì creato in breve tempo una squadra competitiva ai massimi livelli, ma non ha permesso comunque di compiere l'ultimo passo verso l'agognata Champions e ha lasciato una rosa priva di veri simboli al suo interno. Basti pensare che l'unico prodotto delle giovanili capace di farsi stabilmente largo al Paris è stato Presnel Kimpembe. Troppo poco, i tifosi vogliono un cambio di rotta che passi anche dalla valorizzazione dei prodotti interni e Zaire-Emery ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere il primo da cui partire. Al-Khelaifi e la proprietà qatariota lo sanno, per questo sono al lavoro per rinnovare il contratto oggi in scadenza nel 2025. Sul classe 2006 si gioca quindi una partita importante: da una parte la filosofia del coraggio del Dortmund, dall'altro un PSG che non vuole più guardarsi indietro e pentirsi dei propri errori.
CLAIREFONTAINE: IL MODELLO VINCENTE DIETRO IL DOMINIO DELLA FRANCIA
@Albri_Fede90
