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Zaccagni, l'evoluzione e la crescita agli ordini di Sarri. E la Lazio può valere la Nazionale
I NUMERI Da quando è in biancoceleste Zaccagni ha messo insieme 2 gol e 5 assist tra campionato e coppe. Potevano essere 3 le reti, se avesse scelto la precisione invece della potenza all'Olimpico contro l'Atalanta. Ma non è solo l'aspetto realizzativo che pesa nel suo rendimento. È l'attitudine a mettere in pratica sul campo quello che il mister chiede ad averlo portato a essere un vero perno dell'attacco, al pari di Immobile e Milinkovic. Tant'è che da metà gennaio in avanti ha saltato solo sette minuti finali contro la Salernitana e in Coppa Italia contro l'Udinese è uscito a metà partita soltanto per un colpo subito alla caviglia. Nell'ultimo match a Firenze nel primo tempo si contano almeno quattro palloni recuperati in pressing offensivo, oltre ai due assit di fatto (uno solo per la Lega, perchè il terzo gol conta come autorete, ndr) nella ripresa. Ma già prima di Natale, quando la Lazio aveva dovuto fare a meno di King Ciro col Genoa e a Venezia, è stato lui lì davanti a farsi carico di gran parte dei movimenti per venire incontro ai palleggiatori e creare spazio per le accelerazioni di Pedro e Felipe Anderson, risultando sempre tra i migliori in campo.
DALL'INFORTUNIO ALLA NAZIONALE E dire che l'avventura con l'aquila sul petto per il numero 20 non era partita nel migliore dei modi. Arrivato a Formello negli ultmi giorni di mercato estivo, non ha avuto nemmeno il tempo adattarsi prima di incappare nel primo infortunio muscolare della sua carriera. Un mese fuori, poi un quarto d'ora finale contro l'Inter e nuovo problema fisico, stavolta al ginocchio. In pratica la sua stagione è iniziata a fine novembre. Da allora però si è lentamente trasformato nel tipo di ala offensiva che vuole il mister. Nelle precedenti fugaci apparizioni, col Milan, col Cagliari, col Napoli, era stato schierato come mezz'ala. Ruolo che comunque aveva già ricoperto più volte all'Hellas. Da Samp - Lazio in avanti invece si è piazzato sulla sinistra e da lì non si è più mosso. I due assist a Marassi hanno convito il Sarri che quello era il posto giusto per lui, da dove avrebbe potuto scoccare i sui dardi vincenti. Si è talmente calato nel ruolo, che persino Roberto Mancini sta pensando a lui per sostituire un pilastro come Chiesa in Nazionale. Dall'ultimo stage a Coverciano sono arrivati segnali positivi, tanto che oggi il ct sarà in tirbuna al Meazza per Milan-Lazio di Coppa Italia per osservarlo. A lui il compito di mandare sempre più a bersaglio le punte dei suoi strali per arrivare in Azzurro e, soprattutto, per trascinare la Lazio ad un piazzamento europeo.