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    Xavi: 'Barcellona-Inter del 2010? Che pena essere eliminati dopo aver dominato. E l'arbitro non ci aiutò'

    Xavi: 'Barcellona-Inter del 2010? Che pena essere eliminati dopo aver dominato. E l'arbitro non ci aiutò'

    Alla vigilia del match di Champions League tra Barcellona e Inter, l'ex capitano blaugrana Xavi ha rilasciato un'intervista a Il Corriere dello Sport, nella quale non ha parlato solo della sfida di stasera e dello storico precedente del 2010, ma anche del calcio italiano e dei suoi protagonisti.

    "Chiuderò col calcio giocato al termine di questa stagione, ormai penso come un allenatore e ho già preso il primo patentino per guidare una squadra. Io nuovo Guardiola? Non so come mi riserverà il futuro, ma la gente esagera e corre troppo; c'è chi sostiene addirittura che guiderò il Barcellona... La mia idea di calcio è basata sul mantenimento del pallone, fatto di passaggi e verticalizzazione, di pressione alta per riconquistare la palla. Voglio dominare la gara".

    Su Guardiola e i suoi "eredi": "Pep è un amico e un grande allenatore. Ho lavorato per alcuni anni con lui e non nascondo che lo stimo tantissimo nè che mi ha influenzato. Ma anche voi italiani come grandi tecnici siete messi molto bene. Mi riferisco a Sarri, per esempio. Ho studiato il suo calcio e mi piace parecchio: sia quando era a Napoli sia adesso al Chelsea vuole sempre avere il pallone, dominare il gioco. In Italia non ha vinto, ma magari lo farà a Londra. Lo meriterebbe per come lavora, per la fluidità della manovra che riesce ad esprimere. Ha grandi idee e sa come metterle in pratica.

    Su Ancelotti e Conte: "Ancelotti ha personalità, conosce il calcio di tutta Europa, è bravo nell'organizzazione difensiva, ma gli piace anche la qualità in avanti. L'ho conosciuto meglio quando era al Real, ma si è confermato un vincente ovunque sia andato. Le squadre di Conte sono toste e lui trassmette energia solo a guardarlo. La sua carriera parla da sola: Juventus, Nazionale e Chelsea, non ha mai sbagliato".

    Guardiola in Italia: "Se ha detto che vuole provare un'esperienza in Serie A, state certi che prima o poi arriverà. E, conoscendolo, non verrà solo per partecipare".

    Su Barcellona-Inter del 2010: "Le ricordo bene quelle due partite. All'andata, a San Siro, il primo tempo eravamo in controllo e passammo in vantaggio, ma l'arbitro Benquerença non ci aiutò molto e l'Inter prese campo. Furono bravi a pressarci alti e rubare qualche pallone pericoloso, ma alcune decisioni dell'arbitro... Nel ritorno a Barcellona facemmo noi la partita dall'inizio alla fine e la remuntanda sembrava possibile, invece Eto'o fece il terzino in maniera splendida, Milito fu encomiabile e tutti i nerazzurri si sacrificarono. Essere eliminati dopo aver dominato fu una pena. Il gioco di Mourinho? A me piace un altro tipo di calcio, non è una critica nei suoi confronti ma non mi diverto a giocare in quel modo e le mie squadre non avranno mai quell'atteggiamento".

    Sulla partita di domani: "Me la aspetto come quella del 2010. Il Barcellona manterrà il controllo del gioco, l'Inter si difenderà per poi ripartire in velocità con Perisic e Icardi. I miei ex compagni sono favoriti; se cerchi solo di non subire, uscire indenne dal Camp Nou non è semplice. Sarà però un vantaggio per l'Inter non avere di fronte Messi, il più forte con cui abbia giocato, l'unico che può fare la differenza da solo e in qualsiasi momento. Meglio anche di Cristiano Ronaldo, è il più forte della storia".

    Sull'addio di Ronaldo al Real e la Juve in Champions: "CR7 non era legato al Madrid come Leo al Barcellona. Forse il portoghese voleva una nuova esperienza in una formazione che gli potesse garantire di vincere ancora la Champions e ha scelto la Juve, un club che ha una mentalità fantastica e maturata nel corso di una storia centenaria fatta di successi. Per me non sono però i favoriti per la vittoria finale, ci sono anche Barcellona, Manchester City e Real Madrid".

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