Witsel, la rottura con la Juve e la verità sul contratto: i retroscena dell'affare
DOPPIO PROBLEMA - Il belga si è stancato di un'attesa lunghissima. Le ha provate tutte pur di convincere lo Zenit a superare quello che era il primo problema, ovvero trovare un accordo economico per far trasferire Axel da gennaio in bianconero. Quei 6 milioni più bonus, due missioni degli intermediari in Russia e la spinta netta del giocatore con il suo club di appartenenza non sono bastati, lo Zenit non ha bisogno di soldi e a quella cifra non lo ha voluto lasciato andare nonostante il via libera di Lucescu e dei dirigenti. La proprietà del club ha detto no, questione di principio... e di classifica, perché Witsel avrebbe fatto comodo. Non da privarsene per 6 milioni, insomma. La Juve ha tenuto il muro contro muro convinta di prenotare Axel per giugno a parametro zero con quel contratto pronto da 3,5 milioni all'anno più bonus già pronto. Ed è spuntato l'altro problema, ovvero il blitz dello Shanghai SIPG e un Witsel estenuato per l'attesa bianconera. Diventata eccessiva.
CONTROSORPASSO - Addirittura, c'è stata la telefonata di pochi giorni fa arrivata da André Villas-Boas. L'allenatore portoghese ha avuto Witsel allo Zenit, adesso allena lo Shanghai che sta cercando rinforzi e ha puntato immediatamente l'ex Benfica. Tanto che i primi contatti per prendere informazioni sono partiti nelle scorse settimane, intermediari al lavoro per capire se Axel avesse firmato con la Juve o non ancora: solo strette di mano, niente patti scritti. Ecco perché si è rotto un accordo ormai fatto a livello verbale, tanto che Witsel ha più volte parlato da futuro bianconero. Ma non c'era alcun contratto firmato. Lo Shanghai si è inserito con prepotenza, ma... all'ultima curva l'ha spuntata il Tianjin di Fabio Cannavaro. A sorpresa, con un rilancio importante sul contratto da 3 anni. E così Witsel beffa tutti, sia la Juve che AVB. Il resto è cronaca, la Cina porta a casa pure Witsel. Il promesso sposo della Juve... solo a parole.