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Weah fa 50 anni: 'Milan triste, ma se arrivano i soldi dei cinesi...'
George Weah oggi compie 50 anni. L'ex attaccante del Milan ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Ho avuto una vita molto difficile, a volte a casa non c’era neanche da mangiare, ricordare non mi piace. Poi non ci sono più mia mamma, mio papà, mia nonna: guardo al futuro. Ora voglio essere al servizio dell’uomo. Grazie a Dio sono arrivato a 50 anni, ora spero nella buona salute, che non è facile avere. Voglio lavorare per il mio Paese, per la gente liberiana. Io prossimo presidente della Liberia? Il nostro paese ha 169 anni e niente è facile, neanche il prossimo anno. Aspettiamo".
"Non ho dimenticato il calcio, ora però vedo lo sport alla tv, come un vecchio di cinquant’anni. Scherzo, ho ancora il fisico, ogni giorno alle 8 vado in palestra e mi faccio i muscoli. Il Milan? Ho visto qualche partita e in effetti non è stata una soddisfazione. Però il Milan è il Milan, spero che ogni cosa funzioni. Non va bene che la gente allo stadio sia triste. Se i cinesi possono fare una grande squadra, perché no? Con il Psg è stato uguale, per comprare i campioni servono soldi. Quel mio Milan, quello dei due scudetti, era fortissimo. Mai vista una squadra così. Ho visto Marco Simone l’anno scorso, lui per me è sempre stato un fratello. L’altro ieri ho parlato con Ibou Ba e ovviamente sento il mio amico Gandini, che ora è alla Roma".
"Sono contento per i gol segnati in Youth League da mio figlio Timothy. Ringrazio Dio per questo fantastico giocatore, mio figlio. Spero che cresca bene, umile, e diventi molto più forte di me. Prego Dio quando va bene e prego quando va male. Quando prego non ho paura di niente. Prego anche per ringraziare. A 22 anni sono andato al Monaco, ho vinto il Pallone d’oro europeo e quello africano, sono diventato ambasciatore Unicef, leader di un partito, ambasciatore del mio Paese e della pace. Ho anche segnato quel gol partendo da lontanissimo contro il Verona. L’Italia mi manca. Viva l’Italia, come una volta".