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Vucinic 'Quasi Ibra':| Parola del Genio Savicevic
Jugovic: "Mirko ha fisico e colpi, un mix perfetto".
Savicevic: "Vucinic si sta avvicinando a Ibrahimovic. Se avesse accanto un Inzaghi...".
Mirko Vucinic sembra sempre lì per caso, lo sguardo svagato, l’incedere ciondolante, quasi avesse ciabatte con i tacchetti. Poi l’ispirazione lo colpisce chissà dove e chissà da dove, si illumina e dipinge calcio. Inutile cercare di trasformarlo in un imbianchino del gol, lui è un impressionista del pallone, un romantico che non a caso un giorno venne accostato a Vincent Van Gogh (con il quale - va detto - non condivide la vita di stenti, ma questa è un’altra storia). Un genio. Svogliato. Discontinuo. Perfino irritante, a volte. Ma pur sempre un genio.
DEFINIZIONI Ma delle tante definizioni con cui allenatori, dirigenti o giornalisti hanno cercato di imbrigliare l’imprendibile essenza del montenegrino, quella del ds romanista Walter Sabatini resta una delle più efficaci: «Mirko è uno dei pochi giocatori capace di trasformare un pallone sporco in un’opera d’arte». E domenica, a Palermo, è successo proprio questo. Perché Vucinic è «un’artista del pallone», come dice quella specie di suo fratello maggiore che sulla carta d’identità ha scritto Dejan Savicevic , ma molti continuano a ricordarlo come il Genio : «Il tacco di Palermo sorprende voi, non di certo me che lo conosco da tempo. Mirko è straordinario, non è la prima volta che lo vediamo inventare giocate pazzesche». Da presidente della Federcalcio montenegrina, Savicevic comunque lo bacchetta con affetto. «Anche se non è un bomber, Mirko dovrebbe segnare di più. Detto questo, un attaccante come Inzaghi vicino a lui farebbe valanghe di gol. Già così, tuttavia, Vucinic viene dopo i grandissimi. Ibrahimovic è più concreto e spietato, ma Mirko dopo i successi con la Juve si è avvicinato a Zlatan. Mi aspetto da Mirko il salto di qualità decisivo nella seconda parte della Champions League».
MAGIC MOMENTS Vucinic e Ibrahimovic? L’accostamento fa discutere, ma in fondo ci sono momenti in cui lo juventino incarna in modo perfetto spirito e talento del fenomeno: quel gol al Milan, nella semifinale di Coppa Italia poteva nascere solo dallo scarpino di Zlatan oltre che da quello di Mirko. Così come quel tocco felpato («Sembrava avesse le babbucce invece che gli scarpini», dissero i compagni) con cui, sempre lo scorso anno, ha ingannato la difesa del Novara. Per contro, la sua genialità è sfociata in violenza a Firenze, per quello spettacolare gol dal limite contro la Fiorentina. L’ultima opera d’arte l’ha dedicata a Conte , via Twitter : «Una vittoria per te! Bentornato mister», ha postato ieri pomeriggio, mentre i tifosi juventini ancora gustavano nella memoria il suo gesto tecnico e si lambiccavano alla ricerca dell’accostamento giusto.
FISICO E COLPI Non Vladimir Jugovic che i paragoni non li ama. Ma ammira molto Vucinic: «Di sicuro Mirko, come Ibra, si è migliorato in Italia: entrambi sono un mix del dna balcanico e della vostra mentalità. Nei loro colpi miscelano il divertimento e la tecnica slava allo spirito vincente che da voi viene prima di tutto. Penso che la fortuna di Vucinic sia stata quella di arrivare nel Lecce di Corvino giovanissimo e non perdersi in altre strade». Attaccante quasi unico: «Quello che mi ha sempre colpito di Vucinic - continua l’ex centrocampista bianconero - sono le caratteristiche: ha un fisico da centravanti alto e fisico e una tecnica da trequartista. Il fatto che segni poco non mi sembra un grandissimo problema: è fondamentale nell’ultimo passaggio e nel coprire il pallone agli avversari è un fenomeno. E’ una seconda punta vecchia maniera, di quelle che giocano per la squadra come Mancini e Totti».