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    Voronin: 'Anche in Russia sono contro Putin, fermate quel figlio di p...! Fossi in Ucraina, avrei una pistola in mano'

    Voronin: 'Anche in Russia sono contro Putin, fermate quel figlio di p...! Fossi in Ucraina, avrei una pistola in mano'

    Andriy Voronin, ex attaccante e leggenda del calcio ucraino, ha lasciato la Dinamo Mosca (dove era assistente di Sandro Schwarz) e la Russia dopo lo scoppio della guerra e a Sport Bild si racconta: "Sto male da quattro giorni. Veramente male. Quando vedo tutte le immagini della mia terra, quando vedo le notizie. È tutto irreale, come un film. Ma un film dell'orrore. Non ho quasi più le parole".

    COSA SPINE PUTIN - "Lo sa solo lui. Forse vuole solo comparire nei libri di storia. Ma ci finirà al massimo come criminale".

    SOSTEGNO DALLA GERMANIA - "Sono grato alla gente di Berlino. Il mondo intero sostiene il nostro Paese. Anche in Russia sono contro Putin. Ho ricevuto messaggi da tutto il mondo, da parte di ex compagni di squadra, di altri atleti. Anche i russi mi scrivono: 'Siamo spiacenti. Non è colpa nostra".

    COME LA GERMANIA PUO' FERMARE L'UCRAINA - "Bisogna fermare quel figlio di p.....a di Putin, aiutare i profughi. E mandare armi, così possiamo difenderci. Sono così orgoglioso del nostro Paese. Abbiamo città bellissime, persone fantastiche. Continueremo a combattere e vinceremo. Ma il prezzo sarà alto. Tutti quei morti... Viviamo nel 2022, non nella Seconda Guerra Mondiale".

    IN RUSSIA NON SANNO - "Io e molti altri ucraini abbiamo amici in Russia. E hanno amici, parenti con noi. E poi ci attaccano, Putin attacca il mio Paese. Tante persone sono già morte. Sono figli di madri - ucraine e russe. Solo che nessuno in Russia lo scopre. Non viene mostrato in TV lì. Il novanta per cento non sa nemmeno cosa sta succedendo. A Putin non importa delle persone. Non danneggia solo noi, ma anche il popolo russo".

    FUGA IN GERMANIA - "Eppure i miei pensieri e il mio cuore sono in Ucraina. Ho amici a Kharkov, a Kiev, nella mia città natale Odessa. Ricevo messaggi ogni cinque minuti. È difficile da sopportare. Voglio solo aiutare. Con soldi. Qualunque cosa... E non so se dovrei dirlo: ma se fossi in Ucraina in questo momento, probabilmente avrei anche una pistola in mano".

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