Calciomercato.com

  • 2012 Getty Images
    Vucinic tendinopatia:| 'Gioca col dolore, che carattere!'

    Vucinic tendinopatia:| 'Gioca col dolore, che carattere!'

    Il prof. Volpi: «La tendinopatia, cioè infiammazione, al tendine d’Achille è un problema molto fastidioso per uno sportivo: anche se è in forma leggera, dà sofferenza a ogni movimento. Due vie: o si ferma l’atleta o lo si “gestisce”. In quest’ultimo caso, la forza di volontà e la disponibilità del giocatore sono fondamentali. Così come la sintonia con lo staff tecnico».
    «Vucinic? Sono dolori... Che carattere!».
    Con la Juventus in difficoltà (mini-crisi: un punto in due gare) e con la Lazio e il Napoli che guadagnano terreno, l’impossibilità di poter contare a tempo pieno su Mirko Vucinic comincia ad assumere un peso specifico di un certo rilievo per la Juventus. Si tratta, del resto, del giocatore offensivo con maggior talento a disposizione di Antonio Conte, di un “genietto” che - pur a mezzo servizio - ha contribuito parecchio, ultimamente, ad attenuare le difficoltà andando a segno e lanciando la rimonta contro il Cagliari, prima della sosta natalizia, poi firmando il successo contro il Milan in coppa Italia. Persino contro la Sampdoria, con un pizzico di fortuna in più, avrebbe potuto lasciare il segno: ma la traversa si è messa di mezzo... E il “miracolo” non è riuscito neppure domenica contro il Parma, visto che l’ingresso in campo nel finale (24’ st) del montenegrino non ha sortito gli effetti sperati. Inevitabile chiedersi quanto e fino a quando la tendinopatia al tendine d’Achille condizionerà il campionato del giocatore bianconero, nonché della squadra bianconera tutta. Per avere una idea più precisa, in proposito, e un parere tecnico, abbiamo girato la questione al professor Piero Volpi, ex medico responsabile dell’Inter, ora consulente per le problematiche mediche dell’Associazione Italiana Calciatori e istruttore di materie mediche presso la Fifa.


    Professor Volpi, ci spiega cos’è una tendinopatia al Tendine d’Achille?
    «Ovviamente non posso scendere nello specifico, perché vi sono diverse tipologie di tendinopatie: può essere pura o no, può dipendere da differenti fattori. Tuttavia, in generale, posso dire che la tendinopatia, vale a dire l’infiammazione del tendine d’Achille, implica un problema di grande fastidio per un atleta perché ogni spinta implica una sollecitazione, è impossibile non coinvolgere quella struttura. Una infiammazione, anche leggerissima, crea molto fastidio, molto dolore».

    Come si interviene per curarla?
    «Si interviene mediante terapie fisiche. Ce n’è un armamentario: tecarterapie, laser, ultrasuoni. Ma soprattutto occorre un rinforzo cosiddetto eccentrico: vale a dire si lavora per ottenere maggior tonicità della muscolatura del polpaccio, in modo tale che possa “scaricare”, alleggerire il carico sul tendine. Infine un altro presidio: ci sono dei plantari ammortizzanti, da adoperare durante l’attività sportiva, che riducono le sollecitazioni; oppure da usare fuori dal campo per favorire una postura corretta. Vien da sé, infine, che fatte salve queste indicazioni, si presenta un grosso bivio: o fermi il giocatore per un certo periodo, oppure lo gestisci con attenzione. Evitandogli determinate sollecitazioni che possano complicare la situazione».

    Per ciò che riguarda Vucinic, s’è optato per la seconda opzione: la gestione. Nel sottile equilibrio tra la necessità di schierare il giocatore e quella di guarirlo, quanto incide la volontà del diretto interessato?
    «Moltissimo. Il giocatore deve condividere un trattamento di gestione. Non c’è una regola: qualcuno dice no, io non mi fermo. Altri insistono per stringere i denti. La soglia di sopportazione è una cosa soggettiva: c’è chi tollera un po’ di fastidio, chi invece no. Dunque bisogna mettere insieme tutti gli aspetti, le considerazioni. Serve condivisione e collaborazione tra giocatore e allenatore, nella modulazione del programma di lavoro entra invece lo staff medico. Tutti sono attori, nessuno si può tirare indietro».

    I tempi di pieno recupero?
    «Beh, quelli dipendono da caso a caso. Ripeto che, nell’ambito sportivo, i fastidi ai tendini sono molto rognosi: è un tessuto particolare, poco vascolarizzato, dunque occorre un po’ di pazienza».


    Altre Notizie