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Vlahovic, gli alibi sono finiti: nel bene o nel male, deciderà in Europa, è il simbolo della stagione della Juve
È vero che anche l’attuale secondo posto in campionato garantirebbe la partecipazione alla coppa più importante, ma il ritorno in Champions avrebbe un valore doppio se la squadra di Allegri riuscisse a vincere questa coppa. In generale perché nessuna squadra italiana ha mai trionfato in Europa League e in particolare perché la Juventus non solleva una coppa dal 1996, quando la squadra di Lippi festeggiò la Champions vinta ai rigori contro l’Ajax.
Superati il Nantes, il Friburgo e infine lo Sporting Lisbona dopo essere scivolati in Europa League, i bianconeri stasera troveranno il peggior avversario possibile perché il Siviglia, che tra l’altro avrà il vantaggio di giocare la gara di ritorno in casa, ha già vinto sei volte questa coppa anche se adesso in campionato è soltanto undicesimo. Ci vorrà, quindi, la migliore Juventus per fare un passo avanti verso la finale di Budapest, dove potrebbe incontrare la Roma. E di conseguenza ci vorrà il miglior Vlahovic per segnare i gol della qualificazione, meglio ancora se al centro del tridente d’attacco completato dagli esterni Chiesa e Di Maria. Nel bene e nel male, infatti, è proprio lui il simbolo della difficile stagione della Juventus.
Condizionato a lungo dalla pubalgia, l’attaccante serbo si è finalmente sbloccato nel momento decisivo della stagione tornando a segnare nelle ultime due partite, coincise con il ritorno al successo della Juventus in campionato, contro il Lecce e l’Atalanta. Adesso, però, in Europa l’asticella si alza e quindi Vlahovic dovrà confermarsi perché il tempo degli alibi è finito. “Quando il gioco si fa duro, i duri incominciano a giocare”, ripeteva un altro grande centravanti bianconero che vinse la Champions nel 1996, numero 9 come lui, il cui cognome incominciava con la “v” come il suo, e cioè Vialli.
E’ vero che i grandi giocatori non mancano ad Allegri, a cominciare da Chiesa e dal fresco campione del mondo Di Maria, ma il vero uomo-gol rimane Vlahovic, perché non a caso la Juventus ha fatto un grande investimento su di lui, pagandolo 70 milioni. Il tempo è sicuramente dalla sua parte, visto che ha soltanto 23 anni, ma il tempo passa in fretta e quindi Vlahovic non può perdere questa occasione per dimostrare il suo valore trascinando la Juventus verso un traguardo storico.
Poi, dopo il verdetto del campo, bisognerà attendere quello dei vari gradi della giustizia sportiva, a livello italiano e Uefa, per sapere se i bianconeri, al di là dei lori meriti acquisiti sul campo, potranno giocare nelle coppe europee il prossimo anno. E anche in base a ciò, bisognerà capire se Vlahovic rimarrà alla Juventus, alla quale è comunque legato da un contratto fino al 2026, visto che piace a tanti club stranieri.
Nel frattempo, però, è vietato fare calcoli pensando al futuro e tantomeno al recente passato, dopo la scia di polemiche per i fattacci di Bergamo, perché conta soltanto il presente. E cioè la partita contro il Siviglia, da vincere grazie al ritrovato Vhahovic che deve diventare il simbolo della Juventus, finalmente in positivo, in questo sprint finale per l’Europa.