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    Vlahovic è così: a Lipsia campione, col Cagliari poco lucido. Ma Motta non aveva mai subito così tanto

    Vlahovic è così: a Lipsia campione, col Cagliari poco lucido. Ma Motta non aveva mai subito così tanto

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    La rovina della Juve (e degli juventini) è ascoltare chi fa il paragone Motta-Allegri con cieco fanatismo, senza esclusione di colpi (bassi) e con inclusione di teorie stravaganti sul gioco. La Juventus aveva costruito sulla fase difensiva il suo bel percorso in campionato e ottimo in Champions League. Ma stavolta si è consegnata a una decina di ripartenze del Cagliari.

    Da non credere, ripensando alle caratteristiche delle squadre di Thiago Motta. “Le squadre”: plurale. Non la Juve narrata con iperboli tattiche, bensì lo Spezia e il Bologna, per esempio. A memoria, anche senza il supporto di dati e statistiche appropriate, non si ricorda una squadra di Thiago Motta subire tante ripartenza come avvenuto in Juve-Cagliari. E il tutto forse (anche) per colpa dell'entusiasmo successivo alla bellissima vittoria di Lipsia.

    In questo contesto, in cui la narrazione teorica va ricondotta alla cronaca reale, a decidere sono stati - come al solito - gli episodi. Non solo i rigori: molto al limite quello concesso alla Juve, più evidente quello che Douglas Luiz ha “regalato” al Cagliari. Ingiusta invece la doppia ammonizione per Conceicao: non c’era il rigore, ma nemmeno il giallo per simulazione. Esagerato. Quindi, in sintesi, d’accordo che il Cagliari alla fine ha colpito anche un palo, ma l’episodio cruciale è stato Vlahovic che, sull’1-0, ha sprecato a lato un'incredibile situazione solo davanti al portiere. Vlahovic è così. Un potenziale campione che a volte gioca da fuoriclasse (Lipsia) e altre volte gioca a far battaglia con il proprio marcatore (nel caso l’esperto Mina) fino a perdere lucidità e convinzione nelle conclusioni.

    @SandroSabatini

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