2015 Claudio Villa - Inter
Vivo X Lei, la redazione risponde: Inter, un modulo per tutti. Tutti per un modulo
Un modulo per tutti, tutti per un modulo.
Mancini sa fare il suo lavoro. C'è poco da discutere o da argomentare. In pochi in Europa sanno costruire squadre da zero come il Roberto da Jesi. Critiche gratuite mosse da antipatie personali da parte di molti addetti ai lavori e non lasciano il tempo che trovano.
La difficile situazione economica dell'Inter non ha fermato Ausilio, mosso sapientemente da Mancini, che per il secondo anno consecutivo ha fatto mercato con i pochi mezzi a disposizione riuscendo a piazzare colpi in entrata con comodi pagamenti dilazionati ma, soprattutto, fior fior di cessioni ottenendo plusvalenze probabilmente inaspettate, quella di Kovacic su tutti. L'Inter aveva bisogno di una rivoluzione che smentisse quanto di poco (e male) fatto negli anni post-triplete e in pochi mesi sono arrivati ad Appiano giocatori del calibro di Jovetic, Ljajic, Kondogbia, Perisic, Telles, Felipe Melo, Murillo, Montoya, Miranda e il ritorno della saetta Biabiany.
E' stato lampante fin da subito quanto il duo sudamericano Miranda-Murillo trasmetta una sicurezza al reparto che non si vedeva da quasi 4 anni, ove Juan Jesus e Ranocchia non sono mai stati all'altezza dell'illustre predecessore Walter Samuel. Una sicurezza palesata dalla solidità delle prime partite di campionato. E non inganni la sconfitta casalinga contro l'ottima Fiorentina di Sousa, messa subito male per gli errori di Handanovic e decisioni arbitrali forse un po' troppo generose.
Quello che l'anno scorso però sembrava il punto di forza nerazzurro, ovvero la fase offensiva, sembra essere diventato il problema di quest'anno. Mancini come dimostrato non vuole assolutamente privarsi dei 3 centrocampisti centrali, schermo imprescindibile ad una difesa troppo martoriata nella scorsa stagione, ove i due titolari dei tre saranno per forza di cose Kondogbia e Melo. Ma il terzo non può essere ne il discontinuo Guarin ne il discreto Brozovic.
La cessione frettolosa di Coutinho ha privato all'Inter di quel trequartista in grado di innescare le punte e creare superiorità numerica e negli ultimi anni una figura del genere è mancata come il pane. Non avendo un trequartista di ruolo in grado di innescare le punte verrebbe automatico pensare di convergere il gioco sulle fasce con un 4-4-2 classico o un 4-2-3-1 dove uno come Perisic andrebbe a nozze, ma Mancini non è dello stesso avviso, almeno per ora. Dunque come detto ne Guarin ne Brozovic nei tre di centrocampo hanno la qualità necessaria per verticalizzare l'azione e non può essere sempre Jovetic ad abbassarsi a prendere il pallone sulla linea dei centrocampisti per creare un po' di qualità.
Estremizzando il concetto servirebbe uno Xavi, una di quelle mezzali in grado di leggere il gioco e verticalizzare l'azione. Il PSG ha Verratti, il Chelsea Fabregas, il Barcellona ha avuto per anni Xavi e lo ha sostituito con l'ottimo Rakitic. Avremmo potuto averla già in casa questa mezzala di qualità ma Kovacic ha dimostrato lacune caratteriali e tattiche incolmabili per un top club e credo che presto o tardi se ne accorgeranno anche a Madrid. Senza contare che la carta d'identità sta limitando molto l'ottimo Palacio che non lo rende (purtroppo) più un'alternativa valida a Jovetic o Icardi.
La condizioni economiche dell'Inter non permettono di puntare a top players. Lo sappiamo. Ma con po' di fantasia, quella dimostrata da Mancini e Ausilio già questa estate, non è detto che possa portare ad Appiano il più accessibile Banega o un sottovalutato Gabbiadini per il dopo Palacio.
Con l'ambientamento a rilento di Perisic penso che il modulo ideale dell'Inter vista fino a oggi sarebbe il 4-3-3 (o 4-3-2-1 se preferite) con Jovetic e Ljajic dietro o ai lati di Icardi. Sperando che i buoni risultati continuino e che la qualificazione in Champions League possa portare introiti e quindi rinforzi per riportare l'Inter nelle posizioni che le competono.
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