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    Vivo X Lei, Borioni: Milan, calma forzata e precaria intorno a Mihajlovic

    Vivo X Lei, Borioni: Milan, calma forzata e precaria intorno a Mihajlovic

    di Zardoronz - Calma forzata e precaria intorno a Mihajlovic

    Fino a domenica sera l'aria non era affatto lieve intorno al tecnico serbo del Milan. Anche i complimenti di venerdì del suo datore di lavoro contenevano una punta di veleno, con quel riferimento ai risultati venuti perché il gioco era cambiato (come dire che Sinisa si era emendato dagli errori che avevano costretto il presidente a intervenire). E si diceva pure che lo spogliatoio fosse irritato col tecnico per il trattamento riservato dall'allenatore a Diego Lopez, la solita vecchia accusa di avere contro lo spogliatoio che è costata cara a molti tecnici nella storia del calcio. E poi? Poi niente, perché il Milan di Mihajlovic è andato a sbancare l'Olimpico di Roma, campo non facile per nessuno.
    Ora intorno a Sinisa c'è tranquillità, ma una tranquillità che, fossi in lui, non mi farebbe dormire sonni del tutto sereni. E' una tregua che, secondo me, è dovuta all'impossibilità di colpire un tecnico che viene da 3 vittorie consecutive, non da una improvvisa fiducia nelle sua capacità. 
    Mihajlovic è macchiato da una specie di peccato originale, quello di non essere stato la prima scelta della società rossonera. Il preferito di Silvio Berlusconi (e, lo confesso, anche mio) era Montella, che tuttavia era legato a una società come la Fiorentina, orgogliosa e, come suo diritto peraltro, molto rigida quanto a rispetto dei contratti. Non era possibile portarlo via senza creare una crisi diplomatica fra società, se non una guerra feroce. Piaceva molto anche Conte, ma era legato da un contratto alla nazionale. Sarri non convinceva (e a torto), perché al Milan si guarda molto alla maniera di indossare la cravatta e Sarri si presentava troppo uomo "normale", troppo semplicemente "bravo, serio e preparato". Alla fine il Milan ha scelto Mihajlovic, ma senza grande slancio ed entusiasmo, a mio avviso.
    Fra l'altro Sinisa si è rivelato un vero "serbo", esponente di un popolo che è vissuto per 500 anni sotto il giogo turco, senza che la sua cultura ne venisse scalfita minimamente. Un uomo che le scelte le fa da sé e non eseguendo le veline della società.
    Considerando tutto ciò, credo che la tregua fra Mihajlovic e chi non lo ama sia solo provvisoria, precaria e legata ai recenti buoni risultati (se non anche al fatto che il Milan non può ritrovarsi un 3° allenatore esonerato a libro paga). Ma credo che Sinisa lo sappia e sia preparato a fronteggiare nuovi attacchi alle prossime difficoltà.
    Mi permetto solo di dargli un consiglio: non si lasci coinvolgere emotivamente, perché come diceva l'uomo di Baker Street (e uso volutamente le parole di Pellegatti), l'emozione ostacola il ragionamento. Domenica Sera alla DS Mihajlovic ha dichiarato, con un sorriso diabolico, che non accetta suggerimenti da chi non capisce di calcio. Dichiarazione comprensibile dato lo stress subito negli ultimi tempi, ma che deve restare una zampata isolata, limitata a una sera particolare.
    L'emozione ostacola il ragionamento e, se Sinisa rimarrà freddo, di strada come tecnico ne farà tanta tanta tanta. Davvero tanta.


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    Luca Borioni risponde: 

    Mi colpisce il suggerimento che, nelle ultime righe, il nostro Zardoronz offre a Sinisa Mihajlovic: rimanga freddo, non si faccia condizionare dalle emozioni. È tutta in questo dettaglio la chiave interpretativa della stagione del tecnico sulla panchina del Milan. Un luogo sottoposto a spifferi, ventate d'aria spesso pungenti. Ma il personaggio ha carattere, sembra dotato dei necessari anticorpi. Come si legge anche nell'articolo, ha la tempra tipica dei serbi, abituati a fare di testa propria fin dai tempi del dominio turco. Ora il Milan sembra aver trovato l'assetto giusto, dopo un avvio alquanto tribolato. Ora sembra che il panorama sia sereno. Ma potrebbero arrivare nuovi temporali, e allora tutto è nelle mani di Mihajlovic. Dovrà mantenere l'equilibrio, attraversare la pioggia e uscirne al meglio. Solo così potrà riuscire nel compito in cui ultimamente quasi tutti hanno fallito: rendere calcisticamente felice Berlusconi.

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